Incredibile ma vero: c’è un gene che potrebbe rendere più complicata la ricerca dell’anima gemella. A sostenerlo è un team di ricerca della Peking University, in Cina, che ha pubblicato uno studio dedicato al gene 5-HTA1 sulla rivista Scientific Reports. Il gene in questione può presentarsi in due versioni leggermente differenti, denominate G e C, in grado di influire diversamente nel campo delle relazioni affettive.
Per verificare la loro ipotesi di ricerca, gli studiosi hanno condotto un esperimento che ha coinvolto 600 studenti universitari. A ogni partecipante è stato prelevato un capello, sottoposto a un test del DNA. L’esame ha messo in luce che coloro che possedevano la versione G del gene avevano una probabilità del 20% maggiore di rimanere single rispetto a chi presentava la versione C. Qual è la ragione che si cela dietro questo bizzarro fenomeno?
Gli scienziati hanno spiegato che il gene 5-HTA1 è in grado di influenzare i livelli di serotonina nel cervello. Questa sostanza, anche nota come “ormone della felicità”, è coinvolta nella regolazione di numerose funzioni, tra cui il sonno, l’appetito, l’intimità e il buonumore. Bassi livelli di serotonina, infatti, sono correlati a disturbi come ansia e stress.
Per questo, i portatori della versione G del gene potrebbero avere maggior difficoltà a stabilire relazioni intime con gli altri e rischierebbero di risultare maggiormente predisposti all’insorgenza di nevrosi e depressione. Naturalmente, i ricercatori hanno chiarito che lo studio condotto presenta una serie di limiti.
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Infatti, la ricerca non ha tenuto in considerazione gli altri fattori che avrebbero potuto influire sulle relazioni interpersonali e sull’umore dei partecipanti al test, tra cui le pressioni sociali e familiari, le aspettative individuali e il vissuto dei volontari. Del resto, poi, la possibilità di costruire una relazione romantica con qualcuno non è esclusivamente scritta nei geni: sono numerosi gli aspetti che concorrono a una vita amorosa piena e soddisfacente. Per questo, portatori della versione G del gene, non scoraggiatevi: c’è speranza per tutti!
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