La Gen Z non vuole fare i manager: troppe responsabilità mal pagate

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La Gen Z non vuole fare i manager: troppe responsabilità mal pagate

| 28/03/2025
Fonte: Pexels

Li considerano ruoli obsoleti e poco vantaggiosi

  • Sempre più giovani della Generazione Z evitano i ruoli di medio livello nelle aziende, considerandoli obsoleti e poco vantaggiosi
  • Il compenso aggiuntivo non giustifica lo stress, le responsabilità maggiori e il sacrificio della vita privata
  • I giovani preferiscono sviluppare competenze e flessibilità piuttosto che scalare la gerarchia aziendale
  • Le grandi aziende stanno riducendo i livelli intermedi, rendendo questi ruoli ancora meno attraenti
  • I datori di lavoro devono innovare questi ruoli per renderli più sostenibili e appetibili

 

Negli ultimi anni il concetto di carriera tradizionale sta subendo una trasformazione radicale, soprattutto tra i giovani della Generazione Z. Molti di loro, infatti, rifiutano l’idea di assumere ruoli manageriali di medio livello, considerandoli più uno svantaggio che un’opportunità. Questa tendenza, chiamata “Conscious Unbossing”, si sta diffondendo in diversi Paesi, con dati significativi: il 52% dei giovani nel Regno Unito evita questi ruoli, mentre in Francia la percentuale sale al 77%.

Alla base di questa scelta ci sono diversi fattori. Uno dei principali è il rapporto tra responsabilità e guadagno: i manager di medio livello affrontano orari più lunghi, maggiori pressioni e un carico di lavoro aumentato, senza un incremento salariale significativo. Inoltre il ruolo offre spesso poco potere decisionale e limitate possibilità di crescita personale, elementi fondamentali per una generazione che punta a esperienze professionali più dinamiche e appaganti.

C’è un crescente numero di licenziamenti tra i manager

Un altro elemento che alimenta questa tendenza è il crescente numero di licenziamenti nei ruoli dirigenziali intermedi. Aziende come Google, Amazon e Meta hanno ridotto drasticamente questi livelli, facendo percepire il middle management come un’area instabile e poco sicura. Mark Zuckerberg stesso ha dichiarato di voler evitare un’organizzazione aziendale composta solo da manager che supervisionano altri manager, riducendo ulteriormente l’appeal di queste posizioni. Di fronte a questa realtà, la Generazione Z sta ripensando il concetto di successo lavorativo. Piuttosto che mirare a scalare la gerarchia aziendale, il 72% dei giovani preferisce investire nello sviluppo personale e nell’acquisizione di nuove competenze.

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Questo approccio permette loro di essere più adattabili e pronti a cambiare lavoro o settore in base alle opportunità. Le aziende, tuttavia, continuano a considerare i manager intermedi essenziali per la gestione e il coordinamento delle attività. Per rendere questi ruoli più attraenti, molte organizzazioni stanno valutando strategie come una maggiore autonomia, una redistribuzione equa del carico di lavoro e percorsi di formazione continua. Il messaggio della Generazione Z è chiaro: il lavoro deve essere sostenibile, flessibile e gratificante. Se le aziende vogliono attrarre giovani talenti nei ruoli manageriali, dovranno adattarsi a questa nuova mentalità e ridefinire il significato di leadership.

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