Gatti domestici: il DNA svela che si sono addomesticati da soli

Il DNA dei gatti domestici svela qualcosa che, in fondo in fondo, sapevamo già

 

Nel 2017 sulla rivista Nature Ecology & Evolution” è stato pubblicato uno studio molto interessante sul DNA dei gatti domestici. Un gruppo di ricercatori ha confrontato il DNA dei gatti moderni con quello dei loro antenati. Nello specifico, si sono prelevati dei campioni da mummie egizie, esemplari ritrovati in Romania e in Africa, per un arco di tempo di circa 9.000 anni. La scoperta non è stata poi sconvolgente.

Il DNA dei gatti di oggi non è mutato poi molto rispetto a quello dei gatti antichi. Il motivo è che non è stato l’uomo ad addomesticare i piccoli felini, un tempo solo selvatici. Sono stati loro, circa 8000 anni fa, ad avvicinarsi agli esseri umani. A quei tempi l’uomo iniziava a coltivare la terra, immagazzinava il grano, e quel grano attirava parecchi topi. Il gatto ha quindi deciso di farsi “domestico” per avere abbondante cibo.

Il DNA dei gatti domestici svela che sono loro ad aver scelto noi

In sostanza, non è stato l’uomo a decidere di voler addomesticare i gatti, cosa che invece ha fatto con i cani. Sono i gatti che hanno preso a frequentare le aie, le fattorie, i granai, e anche i porti dei marinai, dove i ratti proliferavano. L’unico vero cambiamento che hanno subito a livello genetico riguarda la pelliccia. Le caratteristiche striature del gatto soriano sono comparse solo nel Medioevo, e dal XVIII secolo ne divennero il tratto distintivo.

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Uno degli autori dello studio, la genetista evoluzionaria Eva-Maria Geigl ha concluso la ricerca sul DNA dei gatti domestici con una frase che ci sentiamo di condividere. “Penso che non ci fosse bisogno di sottoporre i gatti a un tale processo di selezione [quello a cui sono stati sottoposti i cani, nda] poiché non era necessario cambiarli. Erano perfetti così com’erano.”

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