Il figlio di Lidia

“Sono Emma e faccio la fisioterapista. Dato il mio lavoro sono sempre alla ricerca di nuovi clienti e contatti. Ho una zia di una certa età che in questo è davvero molto preziosa: mi manda sempre amiche e conoscenti.
Sono brava nel mio lavoro e cerco di essere sempre gentile con tutti, quindi di solito piaccio alla gente: devo dire che i clienti non mi mancano e le persone che mi manda mia zia tornano sempre e, spesso, mi prendono in simpatia. Però, c’è un però! Vedete io sono divorziata. Purtroppo queste signore spesso hanno figli e nipoti, più o meno della mia età, e spesso cercano di organizzarmi appuntamenti con loro!! Quindi, tra un massaggio e una chiacchiera, mi ritrovo a dover visionare profili Facebook o Instagram, foto di famiglia e selfie in chat.. non se ne può più! Alcune di queste signore, devo dire, sono gentili e non insistono: si limitano ad un breve accenno e a un paio di foto. Altre invece esagerano davvero: mi assillano e mi sommergono di foto e informazioni non richieste. Però almeno pagano la seduta quindi.Giorni fa ho ricevuto una proposta molto particolare in questo senso.. leggete.. una cosa così non credevo potesse accadere..”

Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!

Emma, una fisioterapista, condivide la sua esperienza professionale e personale, illustrando un aspetto insolito e a volte problematico del suo lavoro. Grazie alla sua zia, che le invia clienti, Emma ha sviluppato una clientela stabile e si è guadagnata la simpatia e il rispetto di molte delle persone che le sono state indirizzate.

Nonostante il successo professionale, Emma si trova a dover affrontare una situazione complicata a causa del suo stato civile di divorziata. Molte delle signore che frequentano il suo studio, spesso accompagnate da figli e nipoti, cercano di organizzarle appuntamenti con i loro familiari maschi. Durante le sedute, Emma si ritrova a dover esaminare profili sui social media, a visionare foto di famiglia e a ricevere selfie, spesso in modo eccessivo e non richiesto.

Sebbene alcune di queste donne siano discrete e non insistano troppo, altre si mostrano molto più pressanti, sommergendo Emma di informazioni e foto non sollecitate. Emma sottolinea che, nonostante l’aspetto scomodo di queste situazioni, almeno le clienti pagano per le sedute.

Recentemente, Emma ha ricevuto una proposta particolarmente inusuale in questo contesto, qualcosa che non si aspettava potesse accadere. La sua storia evidenzia come il confine tra vita professionale e personale possa a volte diventare sfocato, portando a situazioni imbarazzanti o difficili da gestire.

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