La fede al dito

“Mi chiamo Nadia e ho 29 anni. Mi piace leggere, sognare, perdermi nei miei pensieri e fantasticare su mondi immaginari (di cui scrivo anche, pensate che sfigata!). Non bevo e non fumo, e questo mi ha reso un’adolescente un po’ timida e insicura. Ero anche piuttosto bruttina, ammettiamolo pure (tanto spero che nessuno mi riconoscerà). Mia madre era di quelle che proibiva i trucchi e le cerette alla sua “bambina”: immaginate il risultato. Per fortuna poi sono cresciuta e sono andata via di casa presto (grazie Bologna, paradiso dei fuori-sede). È stato per me il momento di maggiore rinascita: sono riuscita a lavorare, studiare e finalmente (dopo che la ginnastica e l’apparecchio hanno fatto la loro parte, anche se gli occhiali me li sono dovuti tenere perché sono ciecata come una talpa) ad essere anche un po’ carina! Del tipo che i ragazzi mi chiedevano il numero, o flirtavano con me (immaginate io che imbranata), e mi chiedevano di uscire perfino – pensate da che disagio partivo… Ho superato per fortuna quel momento di mega impaccio, però sono rimasta un po’ ingenua sul campo sentimentale (complice il fatto che da adolescente non ho avuto modo di farmi le esperienze che fanno tutti), e mi sono presa un paio di fregature, nel senso che sono uscita per qualche tempo, prima con un ragazzo della mia età, e poi con un uomo un po’ più grande, per scoprire in entrambe le occasioni che erano rispettivamente fidanzato e sposato. E io non sopporto cose di questo genere. Quindi mi sono ripromessa che con il prossimo con cui sarei uscita (quello della chat che vi ho mandato), avrei fatto una mega attenzione anche ai piccoli dettagli che potevano indicare partner nascoste. Questo spero che serva un po’ a giustificare l’enorme figura di emme che vi condivido, per istinto esclusivamente masochistico.”

Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!

La nostra fan, una ragazza di 29 anni, ha voluto aprirsi con un racconto che mescola ironia, sincerità e un pizzico di malinconia. Amante della lettura, della scrittura e delle fantasie su mondi immaginari, la nostra follower si descrive come una persona riflessiva e un po’ fuori dagli schemi, capace di perdersi nei propri pensieri e di trasformarli in parole.

Durante l’adolescenza si è sentita spesso a disagio, in parte per la propria timidezza, in parte per un aspetto fisico che, come racconta con autoironia, non la faceva sentire affatto attraente. Cresciuta in una famiglia rigida, con una madre che vietava trucchi e cerette, ha vissuto quella fase della vita senza gli strumenti per sentirsi libera di esprimersi. Ma le cose sono cambiate quando si è trasferita a Bologna per studiare: un periodo che definisce la sua rinascita.

Lontana da casa, è riuscita a costruirsi una nuova immagine di sé, tra studio, lavoro e nuove esperienze. La ginnastica, l’apparecchio e un pizzico di cura in più per se stessa l’hanno aiutata a sentirsi finalmente carina, tanto da ricevere attenzioni da parte dei ragazzi. Una conquista importante per lei, che partiva da un forte senso di insicurezza.

Tuttavia, la nostra amica ammette di essere rimasta un po’ ingenua sul piano sentimentale. Le prime esperienze amorose l’hanno infatti segnata in modo profondo: ha frequentato un ragazzo della sua età e poi un uomo più grande, scoprendo in entrambi i casi che erano già impegnati. Una delusione doppia, aggravata dal senso di ingiustizia verso dinamiche che non riesce a tollerare. Per questo, ha deciso di affrontare le nuove conoscenze con molta più attenzione, analizzando ogni piccolo dettaglio che potesse rivelare situazioni ambigue. E proprio da questa consapevolezza nasce la storia che ha deciso di condividere con noi: una vicenda che, secondo le sue parole, rappresenta una “gigantesca figuraccia”, ma che dimostra anche quanto possa essere forte il desiderio di proteggersi dopo essere stati feriti.

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