Età, genere e nazionalità possono cambiare il modo in cui interpreti le emoji

Lo studio ha coinvolto 523 partecipanti

 

In un’era in cui la comunicazione digitale è pervasiva, è essenziale considerare come un gesto apparentemente semplice, come l’invio di un’emoji, possa essere interpretato in modi diversi in base al destinatario. Una recente indagine condotta da Ruth Filik dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito, e dal suo team, ha infatti evidenziato come il genere di un individuo, tra altri fattori, possa influenzare la percezione e l’interpretazione delle emoji.

Il team di ricerca ha realizzato uno studio coinvolgendo 523 partecipanti, di cui 253 cinesi e 270 britannici, con un’età compresa tra i 18 e gli 84 anni, mantenendo un equilibrio tra i sessi. L’obiettivo era esaminare la capacità di associare correttamente 24 emoji, selezionate per rappresentare sei emozioni fondamentali (felicità, disgusto, paura, tristezza, sorpresa e rabbia), alle emozioni suggerite. Queste emoji erano basate sui design forniti da piattaforme come Apple, Windows, Android e WeChat, con quattro varianti per ciascuna emozione.

Le donne sono più precise degli uomini

I risultati hanno rivelato che le donne sono generalmente più precise degli uomini nel correlare le emoji alle emozioni identificate dai ricercatori, suggerendo una maggiore abilità nel riconoscere le espressioni facciali, probabilmente legata a un maggiore contatto visivo. Inoltre i partecipanti più giovani hanno dimostrato una maggiore precisione rispetto agli anziani, presumibilmente a causa di un utilizzo più frequente di questi simboli digitali. Sono emerse anche variazioni di interpretazione tra i partecipanti britannici e cinesi, con i primi che hanno mostrato una maggiore affinità nell’abbinamento corretto delle emoji. Ciò può riflettere diversità culturali nell’uso delle emoji, ad esempio, in Cina, l’emoji che raffigura la felicità potrebbe avere connotazioni negative come il sarcasmo, a differenza dell’interpretazione comune britannica.

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Questi risultati sottolineano la complessità della comunicazione digitale moderna, evidenziando che l’interpretazione di un’emoji può variare notevolmente in base a fattori quali genere, età e contesto culturale. Isabelle Boutet dell’Università di Ottawa, in Canada, ha offerto una riflessione critica su questo argomento, sottolineando che l’assegnazione di etichette emotive specifiche a un numero limitato di emoji potrebbe non riflettere appieno la complessità delle loro interpretazioni nelle diverse comunità online. Boutet ha evidenziato la fluidità e la variabilità del linguaggio digitale, indicando come l’uso di simboli, come l’emoji della melanzana, possa acquisire significati inaspettati all’interno di specifici gruppi sociali.

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