Una delle più grandi truffe del XX secolo è stata quella messa in piedi dal nigeriano Emmanuel Nwude, che all’epoca è riuscito a vendere ad una banca un aeroporto inesistente, incassando la cifra astronomica di 242 milioni di dollari.
La surreale storia potrebbe essere il soggetto di un film, ma rappresenta quello che è realmente accaduto nel 1997 in Brasile. Protagonisti: da una parte l’esperto di finanza internazionale Nwude, e dall’altra la Banca Noroeste brasiliana.
Nwude, che era stato in passato direttore della Union Bank of Nigeria, riuscì a convincere Nelson Sakaguchi, direttore del Banco Noroeste, ad investire in un fittizio progetto di un nuovo aeroporto nella capitale nigeriana, Abuja. La sua truffa, che all’epoca era la terza più grande frode bancaria della storia, ha portato al crollo del Banco Noroeste nel 2001.
Sfruttando la sua profonda conoscenza del sistema finanziario internazionale, Nwude si finse Paul Ogwuma, governatore della Banca Centrale della Nigeria. Contattò Sakaguchi e lo convinse che il governo nigeriano stava cercando investitori per finanziare la costruzione di un aeroporto a Abuja, la capitale della Nigeria. Secondo Nwude, l’investimento avrebbe garantito profitti astronomici: una commissione di 10 milioni di dollari all’anno, oltre a rendimenti sugli investimenti iniziali. Utilizzando documenti falsi, complicità locali e un talento straordinario per la persuasione, Nwude convinse Sakaguchi a trasferire progressivamente i fondi, credendo che stesse partecipando a un progetto legittimo e altamente redditizio. L’affare totale fu di 242 milioni di dollari, con 191 milioni di dollari in contanti e il resto come interessi in sospeso tra il 1995 e il 1998.
Il castello di carte crollò nel 2001, quando il Banco Noroeste fu acquistato dalla Banco Santander durante una fase di consolidamento bancario in Brasile. Durante l’audit finanziario post-acquisizione, emersero discrepanze enormi: 242 milioni di dollari risultavano mancanti. Le indagini rivelarono che il denaro era stato trasferito a conti offshore collegati a Nwude e ai suoi complici.
Le autorità brasiliane, in collaborazione con l’Interpol e le autorità nigeriane, avviarono un’indagine internazionale che portò all’arresto di Nwude e dei suoi collaboratori.
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Nel 2004, Emmanuelle Nwude e i suoi complici furono processati in Nigeria dalla Commissione per i Reati Economici e Finanziari (EFCC), un’organizzazione appena creata per combattere la corruzione dilagante nel Paese. Nwude si dichiarò colpevole e fu condannato a cinque anni di carcere. Fu inoltre obbligato a restituire una parte significativa del denaro sottratto.
La frode segnò una delle prime grandi vittorie della EFCC nella lotta contro la criminalità finanziaria in Nigeria, ma sollevò anche interrogativi sulla vulnerabilità dei sistemi bancari internazionali.
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