Avete mai avuto a che fare con persone che, pur non avendo competenze e conoscenze nel merito, elargivano consigli e suggerimenti come fossero i massimi esperti in materia? Si tratta – ahinoi – di un fenomeno piuttosto diffuso, noto come “effetto Dunning-Kruger”. Questa espressione indica un vero e proprio processo di distorsione cognitiva che impedisce di riconoscere la propria incompetenza.
Millantare conoscenze e capacità che non si posseggono, quindi, non sarebbe un atto voluto, magari frutto di un ego spropositato, quanto un’incapacità di capire di non avere esperienza in una determinata materia. Vi state chiedendo quale sia l’ambito in cui si manifesta maggiormente questa tendenza? Non vi sorprenderà sapere che si tratta del campo medico: sono numerose le persone che, portando avanti le proprie convinzioni totalmente prive di fondamento, ritengono di saperne di più di medici e studiosi.
Naturalmente, chi è vittima dell’effetto Dunning-Kruger ha una notevole difficoltà a lavorare in squadra, poiché a causa delle false credenze relative alle proprie competenze tenderà a non prestare ascolto ai consigli e alle osservazioni degli altri membri del gruppo, considerati in partenza meno esperti.
Può capitare di trovarsi di fronte anche un datore di lavoro con un atteggiamento simile. In questo caso, sarà molto difficile avere uno scambio in cui confrontare i propri punti di vista, poiché chi abbiamo davanti partirà dall’assunto che ne sa più di chiunque altro.
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È importante tenere a mente che le persone con una simile condotta non sono mosse da un senso di superiorità o di presunzione. Per questo, dovremo valutare l’ipotesi che anche noi stessi, in determinati settori o momenti della nostra vita, siamo stati vittime di questo processo di distorsione cognitiva. Come evitare di cadere di nuovo nella trappola dell’effetto Dunning-Kruger? Riflettere in maniera critica e obiettiva sulle proprie competenze e sui propri limiti, oltre che su quelli degli altri.
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