È possibile dimenticare la propria lingua madre?

Le ricerche dei linguisti illustrano una serie di possibili scenari

 

La lingua madre, o “lingua nativa”, è la prima lingua che una persona impara nella vita e solitamente rappresenta una parte fondamentale della sua identità, consentendole di entrare in contatto con la famiglia e gli amici e di comprendere la cultura e le tradizioni della sua comunità. Ma se ci si trasferisce in un altro luogo e si smette di usare la propria lingua madre, è possibile ad un certo punto dimenticarla?

“L’erosione” della lingua madre nei bambini e negli adulti

Il fenomeno è complesso e dipende da vari fattori, tra cui l’età in cui si smette di utilizzarla, l’ambiente linguistico circostante e la frequenza d’uso della nuova lingua.

Uno degli esempi più evidenti di perdita della lingua madre si riscontra nei bambini adottati in giovane età da famiglie di lingua diversa. Uno studio del 2003 pubblicato su Cerebral Cortex ha analizzato bambini nati in Corea e adottati da famiglie francesi tra i 3 e gli 8 anni. All’età di 30 anni, gli individui non mostravano una comprensione del coreano superiore a quella dei madrelingua francesi senza esposizione al coreano. Questo suggerisce che, in assenza di un uso continuo, la lingua madre può essere completamente dimenticata nei bambini adottati in giovane età.

Negli adulti, la perdita completa della lingua madre è meno comune. Tuttavia, può verificarsi “un’erosione linguistica”, caratterizzata da una diminuzione della competenza nella lingua originaria. Questo fenomeno è spesso associato all’emigrazione o all’uso limitato della lingua madre rispetto a una seconda lingua dominante. Le aree più vulnerabili all’erosione includono il lessico e la fluidità nel recupero delle parole, mentre aspetti come la fonologia e la sintassi tendono a rimanere più stabili.

Fattori che influenzano la perdita della lingua madre

Diversi fattori possono influenzare la perdita o l’erosione della lingua madre, tra cui l’età di acquisizione della seconda lingua. Gli individui che apprendono una seconda lingua in età adulta hanno meno probabilità di dimenticare la loro lingua madre rispetto a coloro che la apprendono in giovane età. Inoltre, seppure si utilizzi una seconda lingua nella maggior parte del tempo, continuare anche ad usare la lingua madre in contesti limitati può aiutare a mantenere la competenza linguistica.

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La perdita della lingua madre non riguarda solo la competenza linguistica, ma ha anche implicazioni culturali e identitarie. La lingua madre è spesso legata all’identità personale e culturale di un individuo. La sua perdita può portare a sentimenti di alienazione o disconnessione dalla propria cultura d’origine. Pertanto, è essenziale riconoscere l’importanza della lingua madre e adottare misure per preservarla, specialmente in contesti migratori o in ambienti dove è prevalente una lingua diversa.

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