Dopo 12 giorni dal matrimonio scopre che la moglie è un uomo: “Non lo facevamo, non potevo sapere”

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Dopo 12 giorni dal matrimonio scopre che la moglie è un uomo: “Non lo facevamo, non potevo sapere”

| 04/06/2024
Fonte: Pexels

Una storia d’amore e di inganno

  • AK, 26 anni, si innamora di Adinda Kanza tramite i social media
  • Il matrimonio avviene senza la presenza della famiglia della sposa e Adinda evita l’intimità con AK per dodici giorni
  • AK scopre che Adinda è in realtà un uomo di nome Esh e che i suoi genitori sono vivi
  • Esh viene accusato di frode e rischia fino a quattro anni di carcere
  • Il caso mette in evidenza i rischi delle relazioni online e l’importanza di verificare l’identità delle persone conosciute sul web

 

Un incredibile caso di frode coniugale ha scosso l’Indonesia, dove un uomo di 26 anni ha scoperto che sua moglie, conosciuta online, era in realtà un uomo. La vicenda ha inizio quando AK, il cui nome completo non è stato divulgato per ragioni di privacy, ha incontrato quella che credeva essere una donna sui social media. AK si è innamorato perdutamente di questa persona, conosciuta con il nome di Adinda Kanza. La relazione, sebbene virtuale, è rapidamente diventata seria, portando i due a decidere di sposarsi.

Un matrimonio costellato di sospetti

La cerimonia nuziale si è svolta senza la presenza della famiglia della sposa, un dettaglio che avrebbe potuto insospettire AK ma che è passato inosservato a causa del suo amore cieco. Dopo il matrimonio, però, sono emersi i primi segnali di allarme. Nonostante la grande attesa per la prima notte di nozze, Adinda ha trovato numerose scuse per evitare l’intimità con il marito, citando mal di testa, ciclo mestruale e altri impedimenti. Questa situazione è durata per dodici giorni, periodo durante il quale AK ha iniziato a sospettare che qualcosa non andasse.

AK ha cercato di discutere la situazione con Adinda, ma lei continuava a evitare qualsiasi contatto intimo e anche a comunicare con la famiglia di AK, mantenendo sempre il niqab anche all’interno della casa. Questo comportamento ha aumentato ulteriormente i sospetti di AK, che ha deciso di indagare più a fondo sulla vera identità della sua sposa.

Deciso a scoprire la verità, AK ha condotto delle indagini personali, che lo hanno portato a una rivelazione scioccante: Adinda Kanza era in realtà un uomo, il cui vero nome è Esh. Inoltre, AK ha scoperto che i genitori di Esh, che lui credeva fossero deceduti, erano invece vivi. Questa scoperta ha messo in luce una truffa ben orchestrata, finalizzata a sfruttare AK per ottenere il suo patrimonio.

AK ha scoperto l’indirizzo di Esh e ha deciso di recarsi lì per avere conferme. L’incontro con i presunti genitori deceduti ha confermato i suoi peggiori timori: Adinda era un uomo che aveva iniziato a travestirsi nel 2020. I genitori di Esh erano all’oscuro del matrimonio del figlio e della sua doppia vita. Questo ha dato ulteriore credibilità alle accuse di frode.

Le conseguenze legali

La scoperta ha portato all’immediata accusa di frode contro Esh, che ora rischia fino a quattro anni di carcere. La vicenda ha lasciato AK profondamente turbato, non solo per l’inganno subito, ma anche per la vergogna pubblica e lo stupore che ne sono seguiti. Esh è stato arrestato dalle autorità indonesiane e, durante gli interrogatori, ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di sottrarre il patrimonio della famiglia di AK. Le indagini hanno rivelato che Esh si comportava in tutto e per tutto come una donna, con una voce femminile e maniere delicate, tanto da non suscitare alcun sospetto neanche durante il matrimonio.

Le foto del matrimonio mostrano Adinda vestita in un abito rosso tradizionale, con gioielli e trucco elaborato, mentre AK indossava un abito rosso e oro coordinato. Questa cura nei dettagli ha ulteriormente confuso tutti gli invitati e ha reso la scoperta ancora più sconvolgente.

Questo caso di frode coniugale solleva importanti questioni sulla fiducia e l’inganno nelle relazioni moderne, soprattutto in un’epoca in cui le connessioni online possono facilmente mascherare la vera identità delle persone. La storia di AK ed Esh serve da monito sui pericoli di fidarsi ciecamente delle persone conosciute attraverso internet e sulla necessità di prendere precauzioni.

Le reazioni sui social media sono state di incredulità e shock. Molti utenti hanno espresso simpatia per AK, condannando l’inganno e mettendo in guardia contro le truffe romantiche online. Altri hanno riflettuto sulla vulnerabilità delle persone alla manipolazione emotiva quando si tratta di relazioni virtuali. Il caso ha messo in luce quanto sia facile essere ingannati quando non si ha un contatto diretto e continuo con la persona con cui si ha una relazione.

L’intera vicenda ha scosso non solo la vita di AK, ma anche l’opinione pubblica, mettendo in evidenza quanto sia facile essere vittime di inganni in un mondo sempre più digitale. Questo caso dovrebbe incoraggiare tutti a essere più prudenti nelle relazioni online e a verificare accuratamente l’identità delle persone con cui si entra in contatto. È fondamentale fare attenzione ai segnali di allarme, come l’evitare il contatto diretto e la mancanza di comunicazione con la famiglia e gli amici.

La storia di AK ed Esh non è solo un racconto di inganno e frode, ma anche un avvertimento sui pericoli delle relazioni online non verificate. Questo caso evidenzia la necessità di essere cauti e di prendere misure per proteggere se stessi da possibili truffatori. La tecnologia ha aperto nuove opportunità per connettersi con gli altri, ma ha anche creato nuove modalità di inganno e manipolazione. Essere vigili e informati è il primo passo per evitare di diventare vittime di tali frodi.

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