Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma peggio

Una situazione che inizia già dall’adolescenza

 

Negli ultimi anni la relazione tra genere e qualità della vita in età avanzata ha attirato l’attenzione di ricercatori e professionisti della salute. Un recente studio pubblicato su Lancet ha messo in luce come le donne vivano più a lungo degli uomini, ma spesso a fronte di una salute mentale e fisica precaria. I dati mostrano che le donne hanno una vita media di circa 74,2 anni, mentre gli uomini si fermano a 69,8 anni, ma le donne sono soggette a una serie di patologie che riducono significativamente la loro qualità di vita.

Le donne, infatti, soffrono di disturbi come lombalgie, mal di testa e depressione in misura maggiore rispetto agli uomini, che tendono a manifestare problemi cardiaci e a essere più coinvolti in incidenti stradali. Le differenze nelle malattie e nella salute tra i due generi sono influenzate da fattori biologici, sociali e ambientali e cominciano a manifestarsi già nell’adolescenza, quando le norme di genere iniziano a plasmare il comportamento e l’autopercezione degli individui.

La necessità di affrontare le disuguaglianze di genere nella sanità

L’analisi delle venti patologie più gravi ha rivelato che, sebbene le donne non sviluppino le malattie più letali quanto gli uomini, come la cardiopatia ischemica o il Covid-19, esse sono maggiormente colpite da condizioni che compromettono la loro vita quotidiana e il benessere generale. Ad esempio l’incidenza di depressione, ansia e disturbi muscoloscheletrici è più alta tra le donne, contribuendo a una vita più difficile, nonostante una maggiore longevità. Un aspetto cruciale che emerge dallo studio è la necessità di affrontare le disuguaglianze di genere nella sanità.

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Le politiche attuali spesso non considerano adeguatamente le differenze biologiche e sociali tra uomini e donne, portando a un approccio “unico per tutti” che non risponde alle specifiche esigenze femminili. Inoltre il gender gap si riflette anche nelle carriere e nelle retribuzioni, con le donne spesso costrette a fronteggiare una vita lavorativa più precaria e meno soddisfacente. Queste differenze sociali influiscono inevitabilmente sulla qualità della vita, con effetti diretti sulla salute.

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