Fonte: Commenti Memorabili
Spesso nell’opinione comune chi dice parolacce viene classificato come una persona con un vocabolario grezzo e limitato, incapace di esprimersi con termini più idonei e meno aggressivi. Una serie di studi ha dimostrato invece che imprecare spesso può essere invece sintomo di una maggiore intelligenza.
Uno studio del 2015 ha evidenziato che le persone con una maggiore fluidità verbale tendono anche ad avere una maggiore capacità di generare parolacce, indicando che una padronanza del linguaggio si estende anche al turpiloquio. In un esperimento è stato chiesto a dei volontari di pensare in 1 minuto a quante più parole possibili che iniziassero con una determinata lettera dell’alfabeto. Le persone con maggiori capacità linguistiche riuscivano in genere a pensare a più esempi nel tempo assegnato. Sulla base di questo approccio, i ricercatori hanno chiesto ai volontari di elencare quante più parolacce in 1 minuto.
Confrontando i punteggi dei test di fluidità verbale e imprecatoria, si è scoperto che le persone che avevano ottenuto il punteggio più alto nel test di fluidità verbale tendevano anche a ottenere risultati migliori nel test di fluidità imprecatoria. I più deboli nel test di fluidità verbale hanno ottenuto risultati scadenti anche nel test di fluidità imprecatoria. Questa correlazione suggerisce che imprecare non è semplicemente un segno di povertà linguistica, mancanza di vocabolario generale o scarsa intelligenza.
Invece, imprecare sembra essere una caratteristica del linguaggio che un parlante eloquente può usare per comunicare con la massima efficacia. E in realtà, alcuni usi delle imprecazioni vanno oltre la semplice comunicazione.
Oltre alle implicazioni cognitive, l’uso di parolacce sembra avere benefici fisici. Un esperimento ha dimostrato che ripetere una parolaccia durante un’esperienza dolorosa, come immergere la mano in acqua ghiacciata, aumenta la tolleranza al dolore e provoca una risposta fisiologica, come un aumento della frequenza cardiaca, suggerendo l’attivazione della risposta “lotta o fuga” e una conseguente analgesia indotta dallo stress. Nella stessa esperienza, la resistenza fisica al dolore era inferiore se si pronunciava una parola neutra.
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Tuttavia, è importante notare che, sebbene esista una correlazione tra fluidità verbale e uso del linguaggio volgare, ciò non implica necessariamente una relazione causale diretta tra turpiloquio e intelligenza. La correlazione osservata potrebbe indicare che le persone con un vocabolario più ampio hanno semplicemente accesso a una gamma più vasta di espressioni, comprese le parolacce.
Inoltre, l’uso del linguaggio colorito può servire a scopi comunicativi specifici, come esprimere emozioni intense, enfatizzare un punto o creare un senso di solidarietà all’interno di un gruppo. Questo suggerisce che il turpiloquio può essere uno strumento linguistico efficace se utilizzato in modo appropriato e contestuale.
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