Una pittura rupestre di 9000 anni fa raffigura nuotatori nel deserto del Sahara [+FOTO]

Le pitture potrebbero rappresentare un ambiente esistito in passato e molto diverso da quello attuale, desertico e sabbioso

 

Pitture rupestri datate tra 6000 e 9000 anni fa raffigurano persone che nuotano nel deserto del Sahara. Le scene sono state realizzate in una grotta sull’altopiano di Gilf Kebir, che si estende dall’Egitto sud-occidentale alla Libia sud-orientale.

Migliaia di anni fa la zona non era desertica come oggi, ma probabilmente era terra fertile attraversata da corsi d’acqua. Nel 1926, l’area fu mappata dal cartografo europeo László Almásy, che si imbatté in due grotte poco profonde, una accanto all’altra, adornate da centinaia di pitture rupestri raffiguranti animali e umani, tra cui impronte di mani che sarebbero state create da qualcuno che aveva soffiato il pigmento sulla parete rocciosa con le dita distese.

I nuotatori

La Grotta dei Nuotatori si trova a Wadi Sura (che significa “valle delle immagini”) per via dei numerosi esempi di arte rupestre presenti nella regione.

Un gruppo di disegni ha attirato in particolare l’attenzione dei ricercatori: una coppia di umani con le braccia distese come se stessero nuotando. Da allora la grotta è diventata famosa in tutto il mondo, in particolare come location chiave del film Il paziente inglese (1996).

Molti ritengono che le pitture offrano uno scorcio della vita dell’epoca, prima che la regione diventasse un’area sabbiosa e sterile. Altri invece ipotizzano che si tratti di immagini dal significato simbolico.

I nuotatori non sono gli unici esseri umani raffigurati nelle grotte: ce ne sono altri che mostrano umani impegnati in varie attività. Un’impronta di zoccolo di antilope meticolosamente incisa aggiunge un altro elemento a questo affascinante sito.

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Forse la cosa più sorprendente sono le numerose impronte di mani “negative”, prodotte dall’artista soffiando il pigmento sulla superficie della roccia sopra le dita divaricate. Come per tanta arte rupestre, lasciano un’impronta tanto immediata e familiare quanto sfuggente ed enigmatica.

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