Ancora oggi, purtroppo, sono numerosi gli stereotipi associati alla depressione. Questi falsi miti, spesso, ostacolano la ricerca di aiuto da parte delle persone che ne hanno bisogno, perché riducono la depressione a un problema di cui vergognarsi e da nascondere. Tra i numerosi pregiudizi legati a questa malattia, c’è quello secondo cui tutti coloro che ne soffrono appaiono tristi, abbattuti e chiusi in se stessi.
Eppure, sebbene chi è affetto da depressione sorridente sperimenti un profondo senso di solitudine e dolore, di fronte agli altri si dimostra una persona solare e sorridente, mascherando la sua disperazione. Il tentativo di apparire sereno e felice è frutto della paura inconscia di non ricevere supporto e comprensione, finendo per venire rifiutato. In alcuni casi, inoltre, chi ne è affetto può persino non essere pienamente consapevole della propria condizione, o pensare di poter gestire autonomamente il problema, sottovalutandolo. Evitando di chiedere aiuto, però, va incontro a un inevitabile peggioramento della situazione.
Secondo le percentuali, a essere interessati dalla depressione sorridente sono tra il 15% e il 40% di coloro che sono affetti dalla malattia. Appare evidente che la principale difficoltà, in questo caso, è legata alla possibilità di riconoscere in maniera tempestiva e inequivocabile il problema, così da aiutare chi ne soffre.
Farcela da soli, se si è affetti dalla depressione, non è possibile: questa patologia incide sulla produzione degli ormoni e dei neurotrasmettitori, causando una serie di squilibri a livello biologico. Prendere consapevolezza del fatto che si tratta di una malattia e che, come ogni altra patologia, necessita dell’intervento di professionisti è fondamentale.
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Solo in questo modo potremo contribuire alla creazione di un clima più consapevole e meno giudicante riguardo ai disturbi mentali, che secondo le stime interessano 1 persona su 5 nel nostro Paese.
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