È innato nella natura umana il fascino di oggetti magici tramandati da miti e leggende. Alcuni di questi hanno attraversato secoli e millenni di storia e ancora oggi ci si chiede in quale angolo remoto del mondo possano essere ancora nascosti.
La mitica spada Excalibur di Re Artù, dai poteri favolosi, è una delle leggende più note nella cultura occidentale. La spada, incastonata nella roccia da Uther Pendragon, sarebbe stata estratta solo da un uomo valoroso, futuro re di Bretagna. La spada scomparve quando Artù, morente, ordinò ad uno dei suoi cavalieri di gettarla in un lago. Lancillotto obbedì, seppur a malincuore, e una mano si sollevò da sotto l’acqua, afferrò la spada e scomparve nuovamente negli abissi.
Una spada medievale è stata trovata nel 2019 a 11 metri di profondità nel fiume Vrbas, nel nord della Bosnia Erzegovina, durante indagini archeologiche subacquee. Era conficcata nella roccia e per questa caratteristica è stata soprannominata Excalibur. Un’altra spada simile a quella di Re Artù si trova nella Rotonda di Montesiepi, in provincia di Siena e appartenne all’eremita Galgano Guidotti. L’uomo, che cercava di tagliare della legna con la sua spada per farne una croce, non riuscendoci gettò l’arma che si conficcò in una roccia e rimase incastrata. La leggenda vuole che chiunque abbia tentato l’impresa di estrarla si sia strappato entrambe le braccia.
L’oggetto più ricercato al mondo è il calice da cui Cristo bevve durante l’ultima cena e da cui Giuseppe d’Arimatea raccolse il suo sangue quando fu crocifisso. La mitica coppa è stata avvistata in più parti nel mondo. Il Santo Graal fu cercato intensamente durante le Crociate in Terra Santa e molti soldati cristiani tornarono in Occidente con oggetti che si riteneva fossero appartenuti a Cristo. La leggenda attribuisce a questa coppa poteri sovrannaturali, come la capacità di guarire le malattie, di avere infinite ricchezze e la vita eterna.
Il Graal è stato identificato con diverse coppe o è stato associato a molti luoghi dove sarebbe nascosto. Tra questi l’abbazia di Glastonbury, in Gran Bretagna, dove Giuseppe d’Arimatea lo avrebbe portato e seppellito presso una sorgente chiamata “Pozzo del Calice”. Potrebbe però nascondersi anche nel castello di Castel del Monte, in una stanza segreta dell’edificio ottagonale fatto costruire da Federico II di Svevia. Altre leggende indicano Rennes le Château, in Francia, dove si trova una chiesa intitolata alla Maddalena, ritenuta sposa di Cristo.
Anche a Valencia è conservata una coppa venerata dai fedeli perché considerata quella di Gesù. Per la tradizione fu portata a Roma da San Pietro e poi dopo alcuni anni e diverse vicissitudini arrivò nella città spagnola.
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È uno degli oggetti più controversi e ambiti della storia. Ha la proprietà di trasformare in oro i metalli vili, di guarire le malattie e di garantire l’immortalità. Nell’antichità filosofi come Aristotele e Pitagora hanno cercato la pietra, così come nel medioevo l’alchimista francese Nicolas Flamel. La leggenda vuole che quest’ultimo l’avesse trovata, ottenendo l’immortalità, testimoniata dalla sua tomba trovata vuota. Rappresentata solitamente come una pietra a forma di uovo (ma è stata anche considerata come una polvere magica), è il simbolo per eccellenza dell’alchimia. Racchiude una serie di simbologie e concetti filosofici e secondo alcune teorie potrebbe essere anche riprodotta dagli alchimisti combinando la giusta formula. Nonostante sia stata cercata ovunque per millenni, non è mai stato indicato un luogo dove potesse essere nascosta.
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