“sono la mamma di Antonio, un ragazzo con un ritardo cognitivo. Ho parlato di lui con una mia ormai ex amica e sono arrabbiata per quello che mi ha detto. Per questo vi invio la chat di questa conversazione. Gli screen li trovate qua sotto, se capisco come si allegano. Vi mando la chat (se ci riesco) per mostrarvi la stupidità e il pregiudizio delle persone. Quanto certe persone pensino solo a se stesse e si credano dei grandi, per che cosa poi? La mia amica sta crescendo un figlio egoista. Conosco bene Eugenio e so quanto è indifferente a tutto, viziato da sua madre che lo ha sempre lodato per ogni minima cosa. Mio figlio non diventerà un grande calciatore e nemmeno un grande medico, ma sarà mai uno sbruffone e a suo modo diventerà sicuramente qualcuno. Diventerà quello che riuscirà ad essere, quello che vorrà essere e a me non importerà se non saprà segnare un rigore o se non mi fa regali costosi. Tutto ciò che a me importa davvero è che sia una brava persona e che mi voglia bene.”
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Una mamma ha deciso di condividere una conversazione avuta con una sua ormai ex amica, che l’ha profondamente ferita e fatta arrabbiare. Il tema centrale della discussione era il figlio di questa mamma, Antonio, un ragazzo con un ritardo cognitivo. La conversazione ha messo in luce pregiudizi e atteggiamenti giudicanti che l’hanno spinta a prendere le distanze dall’amica.
La mamma racconta che l’amica ha mostrato una superficialità e un egocentrismo che si riflettono anche nel modo in cui sta crescendo suo figlio, Eugenio. Secondo lei, Eugenio è un ragazzo viziato e indifferente, abituato a essere lodato dalla madre per ogni minima cosa, senza sviluppare sensibilità verso gli altri.
In netto contrasto, parla di Antonio con amore e orgoglio. Sottolinea che, anche se suo figlio non diventerà un calciatore famoso o un medico di successo, non sarà mai uno sbruffone. Antonio diventerà ciò che potrà e vorrà essere, e per lei questo sarà sufficiente, purché cresca come una brava persona e sappia volerle bene.
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