Costruire una piscina in casa

“Salve Commenti Memorabili, sono una mamma di 47 anni con due figli. Il maschietto ha “solo” 9 anni e ancora è abbastanza gestibile. La femmina invece è ormai una sedicenne da cui mi aspetto solo guai. È semplicemente ingestibile, con mio marito le abbiamo provate tutte ma sbattiamo contro un muro di gomma. Forse sono tutti così queste nuove generazioni, ma davvero ogni modo o maniera di approcciarsi a lei non funziona. Sembra che il litigio sia l’unica forma di comunicazione che conosca, e io non credo di averla educata così. Questa conversazione è l’ennesima che abbiamo avuto da quando si è fissata con la piscina. Ne vuole una come una qualche sua conoscente. Come se fosse una maglietta! La differenza con le precedenti litigate è che adesso prova pure a minacciarmi. E con un motivo che ha dell’incredibile. Mi ha fatto proprio perdere le staffe. Ho deciso di usare il pugno di ferro”

Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!

Una mamma nostra fan condivide la propria esperienza di genitorialità, in particolare riguardo alla relazione con la figlia sedicenne, con la comunità di Commenti Memorabili. La narrazione evidenzia il senso di frustrazione e impotenza che spesso accompagna il processo di crescita dei figli durante l’adolescenza, un periodo caratterizzato da sfide e tensioni.

Il figlio più piccolo, di 9 anni, è descritto come “abbastanza gestibile”, a differenza della figlia sedicenne, la cui condotta è percepita come particolarmente difficile da affrontare. I tentativi di dialogo e comprensione da parte dei genitori sembrano infrangersi contro un atteggiamento ostile e chiuso, dove il conflitto diventa il principale mezzo di comunicazione tra loro. La madre, pur non credendo di aver educato la figlia in questo modo, si trova a dover gestire richieste irragionevoli e atteggiamenti minacciosi, come quello relativo al desiderio della figlia di avere una piscina, assimilata a un capriccio paragonabile all’acquisto di una maglietta.

La situazione si complica ulteriormente quando la figlia inizia a usare minacce per cercare di ottenere ciò che vuole, spingendo la madre a considerare l’adozione di un approccio più severo, descritto come “il pugno di ferro”. Questo cambiamento di strategia riflette il punto di rottura raggiunto nella relazione madre-figlia, segnando un momento di riflessione sulla modalità con cui gestire le dinamiche familiari in presenza di comportamenti adolescenziali problematici.

La storia mette in luce le complessità emotive e relazionali che caratterizzano il rapporto tra genitori e figli adolescenti, sottolineando quanto possa essere arduo per i genitori navigare tra il bisogno di mantenere un’autorità educativa e il desiderio di preservare un legame affettivo con i propri figli. La narratrice cerca consigli e condivisione di esperienze all’interno della comunità, nella speranza di trovare nuove prospettive e strategie per affrontare le sfide poste dall’educazione di una figlia adolescente in un contesto familiare segnato da tensioni e incomprensioni.

Share