Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology ha messo in luce un fenomeno davvero soprendente, destinato a mettere in crisi le pretese antropocentriche della nostra specie. Quale? A quanto pare, le conversazioni tra scimpanzé assomigliano tantissimo alle chiacchierate tra noi umani. Con la sottile differenza, naturalmente, che questi primati non hanno l’uso della parola, e comunicano a gesti.
Gli scienziati della University of St. Andrews, in Inghilterra, sono giunti a questa conclusione dopo aver esaminato le modalità comunicative di 250 scimpanzé appartenenti a cinque diverse comunità, tutte dislocate nell’Africa orientale. La loro ricerca si è focalizzata sull’uso della gestualità, le pause comunicative e i turni tra un “parlante” e l’altro. In particolare, sono stati analizzati oltre 8.500 scambi comunicativi, al fine di individuare la struttura delle interazioni tra scimmie.
La maggior parte delle conversazioni registrate prevedeva un singolo segnale, veicolato a un altro esemplare senza il bisogno che quest’ultimo rispondesse. Il 14% delle interazioni esaminate, però, era contraddistinto da reciprocità: si trattava, infatti, di uno scambio più complesso e articolato, caratterizzato dalla concatenazione di gesti multipli.
Indispensabile, affinché questi scambi comunicativi più lunghi e complessi abbiano luogo, sono i turni in cui un “parlante” termina il suo intervento, per cedere “parola” all’altro. Ciò avviene sia nel caso delle conversazioni umane, che in quelle tra scimpanzé. In particolare, i ricercatori hanno osservato che il tempo di risposta nei primati è in media 120 millisecondi, contro i 200 millisecondi della nostra specie.
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Bisogna considerare, tuttavia, che esistono differenze tra le diverse comunità di scimmie. In quella di Sonso, che vive in Uganda, ad esempio, il cambio di turno tra esemplari avviene più lentamente rispetto a tutti gli altri gruppi. I ricercatori hanno sottolineato che si tratta di un fenomeno che caratterizza anche la nostra specie. I danesi, ad esempio, sono la popolazione che si contraddistingue per le pause comunicative più lunghe.
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