Conosci il tuo stile di attaccamento? Guida ironica per evitare disastri amorosi

Stili di attaccamento: il manuale per scoprire il tuo livello di “appiccicosità” nelle relazioni (senza prendersi troppo sul serio)

 

Hai mai avuto l’impressione che “attaccamento” fosse solo una parola da usare per la colla? Be’, in psicologia questo termine racconta di come ci relazioniamo a partner e amici (e pure agli estranei che ci ignorano). E sì, c’è di mezzo anche la nostra tendenza a trasformare l’amore in una sorta di “storia epica” – con i suoi piccoli drammi, distacchi improvvisi e colpi di scena. Ora scopriremo insieme, stile per stile, quanto vali come colla… o come spiffero. Pronti?

1. Attaccamento ansioso: l’arte dell’appiccicosità (versione extra-strong)

Se rientri in questa categoria, la tua specialità è il “ci uniamo e non ci separiamo mai più,” come quando scopri Netflix e dici addio alla vita sociale. Non fai in tempo a ricevere un messaggio che, se il partner non risponde subito, cominci a fantasticare su incidenti inspiegabili, telefonini caduti in pozzi profondi o amnesie improvvise. Tu non ti relazioni: tu, come dire, ti attacchi. In ogni partner vedi il “prescelto,” e appena uno sguardo si fa sospetto, alzi l’antenna come un radar di stato.

Consiglio umoristico per te: Porta sempre con te una piccola lavagnetta e scrivici sopra “Sono sicuro di me stesso” ogni volta che vuoi telefonare al partner per la terza volta in mezz’ora. Poi cancellalo e riscrivilo. Serve a calmare i nervi e a far uscire un sorriso.

2. Attaccamento evitante: l’illusionista della sparizione

Ora, lo stile evitante è la scelta perfetta per chi sa che le relazioni sono roba da abbracci e dichiarazioni pubbliche, ma sogna di guardarle… da lontano. Appena qualcuno osa dirti “Dobbiamo parlare,” scappi più veloce di un Uber. Evitanti non si nasce, si diventa: sono i veri ninja delle relazioni, abili nell’apparire e scomparire come un messaggio vocale a cui hai risposto troppo tardi.

Consiglio ironico per te: Se le fughe sono la tua specialità, dotati di un kit d’emergenza “scusa ma devo andare” con una lista di ragioni vaghe, tipo: “Devo lavare il gatto” o “Ho sentito il richiamo della montagna.” Se poi ti senti pronto a tornare, aggiungi un classico “Pensavo a te” quando la situazione si calma. Perché anche il ritorno, in stile evitante, è un’arte.

3. Attaccamento sicuro: l’unicorno emotivo

Sei il raro esemplare di persona che non scappa dalle relazioni e non si attacca tipo muschio: l’unicorno delle relazioni. Gli “attaccati sicuri” riescono ad avere conversazioni senza trasformarle in drammi, sono tranquilli, sorridono anche quando leggono “Dobbiamo parlare,” e rispondono pure alla mamma del partner senza crisi d’identità. Il dramma non è per loro, il panico non li sfiora, e la parola ansia è una leggenda lontana.

Consiglio comico per te: Fingi qualche mini-crisi qua e là per far sentire i tuoi amici ansiosi meno soli. Ad esempio, puoi inscenare uno “sbaglio” e dire di aver mandato un messaggio al partner senza metterci un cuore (anche se per te è irrilevante). Loro ti capiranno, e sarai “più umano” ai loro occhi.

Riconoscere il tuo stile d’attaccamento con l’ironia

Se leggendo ti sei riconosciuto in un tipo di attaccamento o due (o magari in tre, a seconda dell’umore), ecco un piccolo aiuto per capire meglio chi sei:

Ecco il trucco: capire il tuo stile d’attaccamento non è un’etichetta da portare, ma un modo per riflettere sulle dinamiche che potresti avere con il partner. Siamo tutti un po’ appiccicosi o sfuggenti a volte, e va benissimo così! Se ci riconosciamo un po’ nei tipi di attaccamento, possiamo imparare a ridere dei nostri piccoli drammi e migliorare nei rapporti. Con una bottiglia di vino e, all’occorrenza, una playlist drammatica – è sempre una buona terapia.

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