Hai mai avuto l’impressione che “attaccamento” fosse solo una parola da usare per la colla? Be’, in psicologia questo termine racconta di come ci relazioniamo a partner e amici (e pure agli estranei che ci ignorano). E sì, c’è di mezzo anche la nostra tendenza a trasformare l’amore in una sorta di “storia epica” – con i suoi piccoli drammi, distacchi improvvisi e colpi di scena. Ora scopriremo insieme, stile per stile, quanto vali come colla… o come spiffero. Pronti?
Se rientri in questa categoria, la tua specialità è il “ci uniamo e non ci separiamo mai più,” come quando scopri Netflix e dici addio alla vita sociale. Non fai in tempo a ricevere un messaggio che, se il partner non risponde subito, cominci a fantasticare su incidenti inspiegabili, telefonini caduti in pozzi profondi o amnesie improvvise. Tu non ti relazioni: tu, come dire, ti attacchi. In ogni partner vedi il “prescelto,” e appena uno sguardo si fa sospetto, alzi l’antenna come un radar di stato.
Consiglio umoristico per te: Porta sempre con te una piccola lavagnetta e scrivici sopra “Sono sicuro di me stesso” ogni volta che vuoi telefonare al partner per la terza volta in mezz’ora. Poi cancellalo e riscrivilo. Serve a calmare i nervi e a far uscire un sorriso.
Ora, lo stile evitante è la scelta perfetta per chi sa che le relazioni sono roba da abbracci e dichiarazioni pubbliche, ma sogna di guardarle… da lontano. Appena qualcuno osa dirti “Dobbiamo parlare,” scappi più veloce di un Uber. Evitanti non si nasce, si diventa: sono i veri ninja delle relazioni, abili nell’apparire e scomparire come un messaggio vocale a cui hai risposto troppo tardi.
Consiglio ironico per te: Se le fughe sono la tua specialità, dotati di un kit d’emergenza “scusa ma devo andare” con una lista di ragioni vaghe, tipo: “Devo lavare il gatto” o “Ho sentito il richiamo della montagna.” Se poi ti senti pronto a tornare, aggiungi un classico “Pensavo a te” quando la situazione si calma. Perché anche il ritorno, in stile evitante, è un’arte.
Sei il raro esemplare di persona che non scappa dalle relazioni e non si attacca tipo muschio: l’unicorno delle relazioni. Gli “attaccati sicuri” riescono ad avere conversazioni senza trasformarle in drammi, sono tranquilli, sorridono anche quando leggono “Dobbiamo parlare,” e rispondono pure alla mamma del partner senza crisi d’identità. Il dramma non è per loro, il panico non li sfiora, e la parola ansia è una leggenda lontana.
Consiglio comico per te: Fingi qualche mini-crisi qua e là per far sentire i tuoi amici ansiosi meno soli. Ad esempio, puoi inscenare uno “sbaglio” e dire di aver mandato un messaggio al partner senza metterci un cuore (anche se per te è irrilevante). Loro ti capiranno, e sarai “più umano” ai loro occhi.
Se leggendo ti sei riconosciuto in un tipo di attaccamento o due (o magari in tre, a seconda dell’umore), ecco un piccolo aiuto per capire meglio chi sei:
Ecco il trucco: capire il tuo stile d’attaccamento non è un’etichetta da portare, ma un modo per riflettere sulle dinamiche che potresti avere con il partner. Siamo tutti un po’ appiccicosi o sfuggenti a volte, e va benissimo così! Se ci riconosciamo un po’ nei tipi di attaccamento, possiamo imparare a ridere dei nostri piccoli drammi e migliorare nei rapporti. Con una bottiglia di vino e, all’occorrenza, una playlist drammatica – è sempre una buona terapia.
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