Se sentite che le vostre forze vi stanno ormai abbandonando e una sensazione di estrema apatia ha preso il sopravvento anche verso le attività a cui in passato – e con ben altre temperature – vi dedicavate con piacere, sappiate che è assolutamente normale. Insomma, è ora di sfatare un mito: non è affatto vero che d’estate il desiderio si infiamma, spingendoci a fare l’amore con più frequenza e intensità. Al contrario, con l’aumentare delle temperature esterne la libido cala inesorabilmente.
A sostenerlo è una ricerca americana pubblicata sulla rivista scientifica Demography. Gli scienziati hanno dimostrato che i periodi estivi caratterizzati da giornate particolarmente roventi, con una media giornaliera superiore ai 27 gradi, negli 8-10 mesi seguenti sono sempre seguiti da un rilevante tasso di denatalità. Insomma, nonostante si tratti della stagione in cui ci si scopre di più per via del caldo, a causa del sudore e della debolezza causata dalle ondate di afa la voglia di fare pazzie sotto le lenzuola si assopisce notevolmente.
In realtà, un ulteriore sospetto degli scienziati riguarda la fertilità dei futuri genitori: infatti, alcuni sostengono l’ipotesi che il caldo estremo possa ridurre la capacità riproduttiva dei partner. L’epidemiologa Shanna Swan, in particolare, ha individuato l’inquinamento come fattore responsabile sia dei cambiamenti climatici che della riduzione di fertilità di uomini e donne.
La studiosa parla di una vera e propria crisi esistenziale globale: flalati e sostanze chimiche starebbero progressivamente contribuendo alla diminuzione delle misure del pene. Inoltre, la scienziata sostiene che “oggi, in alcune regioni del mondo, la fertilità media di una ragazza di 20 anni è inferiore a quella di sua nonna a 35 anni“. Le sostanze inquinanti, infatti, accumulandosi all’interno del nostro corpo sarebbero in grado di alterarne gli equilibri ormonali fino a ridurre le probabilità di successo riproduttivo.
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I dati forniti a supporto di questa teoria parlano chiaro. Dopo aver esaminato 185 studi che hanno preso in esame la salute riproduttiva di oltre 45.000 uomini, Swan e il suo team di ricerca hanno dimostrato che dal 1973 al 2011 il numero di spermatozoi è diminuito addirittura del 59%.
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