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L’effetto dei social media sul benessere psicologico è da tempo oggetto di dibattito. Un recente studio della Commissione Europea ha evidenziato come il modo in cui vengono utilizzati influenzi profondamente la percezione della solitudine. Non è tanto il tempo trascorso online a fare la differenza, ma il tipo di interazione che si ha con i contenuti e con gli altri utenti.
Le persone che usano i social in modo passivo, limitandosi a scorrere contenuti senza interagire, tendono a sentirsi più sole e disconnesse. Questo tipo di fruizione può portare a confronti sociali negativi, innescando emozioni come invidia, ansia e tristezza. In altre parole, osservare passivamente la vita degli altri senza partecipare attivamente alla conversazione amplifica il senso di isolamento.
Al contrario, chi utilizza i social in modo attivo – commentando, pubblicando e interagendo con gli altri – sperimenta un maggiore senso di connessione e supporto sociale. Questo suggerisce che i social possono effettivamente favorire le relazioni, ma solo se vengono usati come strumenti di comunicazione e non come semplice passatempo. A differenza dei social network, le app di messaggistica istantanea come WhatsApp o Messenger non risultano associate a un aumento della solitudine.
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Questo potrebbe dipendere dal fatto che tali strumenti vengono utilizzati principalmente per conversazioni dirette e personali, favorendo un’interazione più autentica rispetto ai social media tradizionali. Va sottolineato che lo studio ha individuato una correlazione, ma non una causa diretta. È possibile che siano le persone già sole a trascorrere più tempo online, piuttosto che i social a renderle tali. Tuttavia la distinzione tra uso attivo e passivo suggerisce che la qualità delle interazioni virtuali sia più importante della quantità di tempo trascorso sui social. Per ridurre il rischio di isolamento, è fondamentale adottare un approccio consapevole e partecipativo all’uso delle piattaforme digitali.
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