Nei secoli passati per comunicare a lunga distanza i popoli si ingegnavano con metodi diversi. Tra i più utilizzati c’erano i segnali di fumo, particolarmente diffusi tra i popoli indigeni di diversi continenti, tra cui i nativi americani, gli aborigeni australiani e molte tribù in Asia e Africa.
I segnali di fumo sono diventati ampiamenti noti al pubblico per essere presenti in molti film western, dove venivano utilizzati dagli Indiani d’America per inviare informazioni fra diverse tribù. Il sistema era utile per tutti quei popoli che vivevano in territori impervi e difficilmente percorribili, garantendo la possibilità di trasmettere in breve tempo informazioni vitali su pericoli imminenti, senza dover ricorrere all’invio di messaggeri a cavallo.
Il sistema di comunicazione visiva prevedeva l’accensione di un fuoco con l’aggiunta di erba o rami verdi che veniva coperto e scoperto ad intervalli per generare sbuffi di fumo di varie dimensioni e a cui corrispondevano diversi significati. Le informazioni trasmesse con questo sistema erano piuttosto semplici, come ad esempio segnalare l’arrivo del nemico o una malattia che si era abbattuta sull’accampamento. Per segnali su distanze maggiori, le tribù allestivano una catena di fuochi per trasmettere il messaggio da una postazione all’altra. Il fumo era però visibile anche ai nemici stessi, per cui non esisteva un codice unico nei segnali e ogni tribù aveva il suo sistema. Il significato del messaggio era predeterminato e noto solo al mittente e al destinatario.
I nativi americani non erano gli unici a usare segnali di fumo per comunicare. I soldati cinesi lungo la Grande Muraglia usavano segnali di fumo per trasmettere alle torri di guardia messaggi di attacco imminente. Utilizzavano una miscela di sterco di lupo, salnitro e zolfo per creare un fumo denso facilmente visibile da lontano. Passando il messaggio da una torre all’altra, erano in grado di trasmettere un messaggio fino a 500 chilometri di distanza in poche ore.
Per migliorare le loro capacità di segnalazione, alcune culture introdussero materiali o sostanze colorate nel fuoco. L’aggiunta di piante, minerali o grassi animali specifici produceva fumo colorato, consentendo un sistema di segnalazione più complesso.
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In alcune tribù africane si utilizzavano i fuochi a tamburo: si accendeva un fuoco e vi si posizionava sopra un tamburo con un foro al centro. Mentre il tamburo si riscaldava, l’aria al suo interno fuoriusciva dal foro, creando sbuffi alternati e controllati, ognuno dei quali corrispondeva ad un messaggio diverso.
I segnali di fumo sono ancora oggi utilizzati dal Vaticano per comunicare l’esito dell’elezione di un nuovo papa: la fumata nera indica la mancata elezione durante il Conclave, mentre la fumata bianca indica che il nuovo papa è stato eletto.
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