Come riconoscere l’arte manipolatoria del Gaslighting

Il fenomeno del gaslighting prevede la persuasione violenta della psiche dell’individuo

 

In una società in continua evoluzione, correre il rischio di farsi manipolare è un pericolo all’ordine nel giorno. Nel lavoro come nelle relazioni sociali, trovare qualcuno con un carattere decisamente più forte del nostro può indurre quest’ultimo a prevalere su noi stessi, causandoci un forte stress psicologico.

Uno dei meccanismi di persuasione più accentuati oggigiorno è senza dubbio quello del “gaslighting”. Con questo termine si definisce quel tipo di manipolazione psicologica in cui l’aggressore tenta di seminare insicurezza e confusione nella mente della vittima. Tipicamente i gaslighters cercano di ottenere potere e controllo sull’altra persona distorcendo la realtà e costringendo il soggetto colpito a mettere in discussione il proprio giudizio e la propria intuizione su ciò che lo circonda.

Persuadere in modo subdolo puntando al ferimento dell’individuo che si ha dinanzi ricorrendo spesso anche al racconto di bugie: questo è il fine principale di tale attività mentale. La manipolazione comporta un forte stato di assuefazione nella vittima tanto da non fargli rendere minimamente conto del meccanismo in atto, rendendola così inconsapevole di ciò che sta accadendo.

Origini del termine “gaslighting”

La parola gaslighting deriva dal film diretto dal regista George Cukor Gas Light, in cui viene raccontata la storia di Paula (interpretata dall’attrice Ingrid Bergman) e del marito Gregory (Charles Boyer) il quale, pur di impossessarsi dei gioielli di famiglia della donna, la induce a credersi pazza utilizzando come strategia l’alterazione delle luci di una lampada a gas presente nella loro abitazione.

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Per difendersi dal fenomeno del gaslighting è necessario lavorare accuratamente sulla propria autostima e la consapevolezza di sé stessi. Quando ci si riconosce vittime di un gaslighter, è consigliabile parlarne con qualcuno di cui ci si fida ciecamente. In questo modo sarà possibile ritrovare un contatto diretto con la realtà. Un altro ottimo metodo è quello di scrivere un diario personale su cui annotare le proprie vicissitudini e gli stati d’animo.

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