Confessione di un recruiter: “Ai colloqui non si sceglie il migliore”

Non ho passato il colloquio perché ero il migliore

 

Runa Jiang è una recruiter e si occupa quindi di selezionare personale per le aziende. Sui social è molto seguita perché dà consigli vincenti sugli approcci e le risposte che riguardano i colloqui di lavoro. In uno dei suoi video più recenti, però, dice una cosa che lascia il web stupefatto.

Il metodo di scelta dei recruiter

Secondo Runa Jiang, responsabile delle assunzioni negli Stati Uniti, essere il candidato migliore non ti porta necessariamente a essere scelto come candidato finale in un colloquio di lavoro. L’esperta ha raccontato che la scelta finale ricade invece sulla persona che rappresenta il minor rischio per l’azienda. Certo, deve essere anche qualificata, ma non necessariamente quella più qualificata. Cosa intende la Jiang quando parla di rischio? La perdita di un dipendente, il rischio rappresenta la sua uscita dall’azienda.

Al contrario di quello che si può pensare, un grande numero di esperienze, un’intelligenza spiccata, degli studi perfetti per il ruolo, possono rappresentare anzi un ostacolo a un colloquio. Il motivo è che una persona molto qualificata è più portata ad andare via e cercare sempre di crescere, di migliorarsi, per raggiungere un ruolo di maggior importanza all’interno di un’azienda. Per questo motivo chi si dedica alla ricerca di personale non sempre sceglie il candidato più qualificato, ma quello che sarà più motivato a rimanere all’interno dell’azienda.

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La spiegazione è piuttosto semplice, i recruiter non sono pagati di più quando trovano un candidato eccellente per quel lavoro. Ma vengono penalizzati se assumono candidati eccellenti ma che vanno via dopo poco tempo perché hanno trovato un lavoro migliore.
Da ora in poi, quando un colloquio andrà male e non vi richiameranno, almeno avrete il dubbio di essere stato il migliore!

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