Una catena di sushi sta facendo causa a uno studente liceale per 67 milioni di yen (480.000 dollari) dopo che un filmato sui social media lo ha mostrato mentre si leccava il dito e poi toccava un piatto di sushi che gli passava davanti sul nastro trasportatore. Ma perché tanto accanimento? Apparentemente non si tratta di una “semplice” ragione igienica. La Akindo Sushiro Co. che gestisce la catena di ristoranti Sushiro, ha infatti subito un brusco calo di clienti dopo che il filmato delle sue azioni in un punto vendita Sushiro nella città di Gifu è diventato virale.
La clip mostrava lo studente anche che leccava una bottiglia di salsa di soia e una tazza che poi riponeva su una pila comune. Il breve video è stato ampiamente condiviso in Giappone dopo essere stato caricato a gennaio ed è stato uno dei tanti simili – anche presso alcuni concorrenti di Sushiro – che hanno contribuito a far nascere il cosiddetto “terrorismo del sushi”. Il termine è usato in senso lato per riferirsi alle azioni non igieniche nei ristoranti giapponesi di sushi train, dove i clienti prendono i piatti dai nastri trasportatori.
E così Akindo Sushiro Co. ha intentato la causa presso il tribunale distrettuale di Osaka. L’azienda sostiene di aver perso circa 16 miliardi di yen (115 milioni di dollari) in seguito alla pubblicazione del video, a causa del forte calo dei clienti e del crollo delle azioni della sua società madre. Dal canto suo, lo studente – attraverso il suo consulente legale – ha scritto al tribunale a maggio chiedendo di archiviare la denuncia. Lo studente ha ammesso il fatto e ha fatto sapere di essere pentito delle sue azioni, ma ha aggiunto che non c’è alcuna prova di un legame tra le sue azioni e il calo dei clienti della catena di sushi.
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Il calo dei clienti potrebbe essere infatti anche dovuto alla forte concorrenza nel settore. La Akindo Sushiro Co. ha dichiarato di non voler fornire dettagli sul caso perché è in fase di appello. Ha sostenuto che le circostanze che hanno portato alla causa dimostrano che l’azienda prende sul serio i comportamenti che minano il rapporto di fiducia con i clienti ed è pronta a prendere provvedimenti severi sia sul piano penale che civile.
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