La classifica degli strumenti di tortura più brutali di sempre

Macchine della tortura: le invenzioni più cruente mai realizzate

 

L’essere umano è una creatura dotata di spiccato intelletto e fantasia. Nel corso dei secoli, però, non sempre queste doti sono state poste al servizio del bene. Al contrario, spesso l’ingegno umano ha creato terribili strumenti di sofferenza, morte e distruzione. Pronti a scoprire la classifica dei macchinari di tortura più cruenti di sempre?

Il nostro viaggio nei meandri più oscuri della storia parte dall’Antica Roma. A partire dal 100 a.C., l’assassinio del proprio genitore veniva punito con la cosiddetta poena cullei, o pena del sacco. Il condannato veniva infilato in un sacco, all’interno del quale venivano inseriti altri animali vivi: un cane, una scimmia, un gallo e un serpente. Dopodiché, il sacco veniva gettato in acqua. Tra i periodi storici più noti per l’uso di terrificanti macchine della tortura ci sono senza dubbio il Medioevo e il Rinascimento. Uno degli strumenti più inquietanti usato per punire le donne colpevoli di aborto, adulterio o stregoneria era lo strappa seno. Questa enorme pinza irta di uncini veniva fissata al petto della condannata, per poi squarciarle le mammelle.

Un viaggio oscuro nella storia: dallo “spappola testa” alla “pera di ferro”

Tra gli strumenti di tortura più terribili e dolorosi c’è lo spappola testa. Si trattava di un casco fissato su un torchio, che veniva applicato sul cranio del malcapitato. Facendo girare l’ingranaggio, la pressione esercitata sulla testa del condannato aumentava progressivamente, fino a fargli scoppiare il cervello. Pensate che sia stato raggiunto l’apice della brutalità? Ci dispiace contraddirvi: abbiamo in serbo numerose altre macchine della tortura a dir poco agghiaccianti.

Una di queste è la “pera di ferro”. Questo inquietante marchingegno era composto da un meccanismo a vite che si allargava gradualmente. Inserito nella bocca del condannato, finiva per spalancarla fino a spaccarla del tutto. Infine, incredibile ma vero, ci sono dei metodi di tortura centenari usati anche al giorno d’oggi.

Leggi anche: Il tapis roulant inizialmente era uno strumento di tortura

Basti pensare alla pratica del “Waterboarding”: nella bocca del condannato, spalancata a forza, venivano iniettati litri di acqua, provocando nel seviziato una sensazione di morte imminente. Già in auge dal Rinascimento, questa tecnica è stato impiegata anche in tempi recenti, poiché non lascia alcun segno sul corpo della vittima. Secondo le testimonianze, in particolare, è stato usata nel carcere di Guantanamo dagli Stati Uniti per interrogare i sospettati di appartenere ad Al Quaeda.

 

Share