Uno studio condotto da Proxyrack, piattaforma che analizza il traffico online, ha permesso di stilare la classifica dei Paesi più censurati al mondo. Prima di scoprire di quali si tratta, e in quale posizione si è piazzata l’Italia, è necessario compiere una doverosa specifica. Per censura online ci si riferisce alle restrizioni attuate ai danni della libertà. Questo concetto, dunque, non include i contenuti pubblicati sul web che incitano all’odio, alla diffamazione e alla discriminazione, i quali costituiscono reato e, pertanto, vanno doverosamente rimossi.
Tra i Paesi con maggior libertà di espressione su internet troviamo al primo posto il Regno Unito, seguito da Giappone e Germania a parimerito. Anche la terza posizione è condivisa: sul gradino più basso del podio troviamo Francia e Stati Uniti. Ottimi risultati anche per il nostro Paese: l’Italia, infatti, si è piazzata al quarto posto. A chiudere l’elenco delle nazioni con il minor numero di restrizioni sul web ci sono Brasile, Messico, Nigeria e India. Gli studiosi, però, hanno fatto notare che, in alcuni casi, il maggior tasso di libertà digitale si è trasformato in un lasciapassare per la diffusione di fake news che hanno causato l’aumento dei disordini pubblici e dei linciaggi.
Il Paese con il maggior numero di restrizioni online è la Cina, il cui governo ha messo al bando tutti i social media occidentali. La censura di internet è effettuata sulla base di una serie di leggi e regolamenti amministrativi emanati nel 1996. Per applicarli, è stato realizzato un sofisticato sistema noto come la Grande Muraglia Digitale, in grado di filtrare qualsiasi contenuto pubblicato sul web. Basti pensare, ad esempio, che un programmatore della Cina settentrionale è stato costretto a pagare una multa di 128.000 euro per aver usato una rete privata virtuale.
Al secondo posto della classifica stilata da Proxyrack troviamo l’Iran. Anche in questo caso, ai cittadini è stato vietato l’uso delle piattaforme social occidentali. Inoltre, il governo ha ottenuto un punteggio molto basso in relazione alla capacità e all’impegno nel proteggere i diritti umani della popolazione sul web.
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Infine, a chiudere la top 3 delle nazioni con il più basso tasso di “democrazia digitale” è l’Egitto. Il Paese ha una ridotta percentuale di cittadini che fanno uso di internet. Senza contare, poi, che la libertà di espressione è tutt’altro che tutelata. Basti pensare che sono tantissimi i siti web che si occupano di informazione e di diritti umani che vengono oscurati ogni anno.
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