Per la maggior parte del mondo, alzarsi, fare la doccia e uscire a fare la spesa è una normale routine mattutina, ma per i residenti di questa città è una routine che comporta l’attraversamento di diversi confini geopolitici. Baarle-Hertog è un’enclave belga al confine con i Paesi Bassi, che a sua volta ha delle enclave olandesi più piccole chiamate Baarle-Nassau. Passeggiando per la piccola città, sembra una città come le altre, ma se si guarda in basso il terreno è disseminato di linee confuse di piccole croci che segnano le 24 piccole annessioni di terra di ciascun Paese.
In alcuni casi, i confini attraversano il centro delle case, il che significa che i residenti possono cucinare in un Paese e mangiare in un altro. In città vige la politica della “porta d’ingresso”: il Paese d’origine è quello da cui proviene la porta d’ingresso. Ma in un numero molto limitato di casi, alcuni confini si trovano proprio su quelle porte creando parecchia confusione e rendendo poco chiaro il Paese in cui sono collocati.
A seconda del luogo in cui ci si trova, si parlano anche le due lingue fiamminga e olandese, anche se la maggior parte dei cittadini ha imparato a parlarle entrambe. E se pensavate che le restrizioni del nostro Paese in materia di Coronavirus fossero a volte confuse, immaginate quale fosse la vita di questi residenti, dove gli olandesi e i belgi avevano regole di distanza sociale diverse. Nel 2020, il governo belga ha imposto regole che richiedevano a tutte le persone di coprirsi il viso negli spazi pubblici come i negozi, mentre i Paesi Bassi richiedevano mascherine solo sui trasporti pubblici.
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I ristoranti al confine hanno potuto semplicemente spostare i loro tavoli dopo il coprifuoco olandese che imponeva loro di chiudere prima. Tra le altre contraddizioni che la città si trova ad affrontare ci sono le diverse leggi. Mentre nei Paesi Bassi i fuochi d’artificio sono vietati alla vendita al pubblico, in Belgio si possono trovare molti negozi di fuochi d’artificio sparsi per la città. Per quanto riguarda gli adolescenti, la città è un paradiso per i ragazzi olandesi di 16 e 17 anni, che approfittano dell’abbassamento dell’età di consumo del Belgio per farsi servire nei negozi e nei bar.
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