Amanti dei tatuaggi in ascolto, scommettiamo che queste curiosità sui tatuaggi non le conoscete. Pronti a testare il vostro bagaglio culturale in materia? Partiamo con la prima chicca: l’origine del termine tatuare. Si tratta di un’espressione derivante dal polinesiano “tattaw“, ovvero “incidere”, “decorare”, coniata su base onomatopeica. Il suono, infatti, richiama il rumore prodotto dal ticchettio delle bacchette che gli indigeni usavano per tatuare la loro pelle.
Questa parola è stata introdotta nell’inglese, trasformandola in tattoo, dall’esploratore James Cook nel 1771, di ritorno da uno dei suoi viaggi, durante il quale incontrò un nativo completamente ricoperto dagli strani segni che sarebbero diventati i tatuaggi. Sapete chi è la persona che attualmente detiene il Guiness World Record per il maggior numero di tatuaggi? Si tratta di un uomo australiano di nome Lucky Diamond Rich. Il recordmen, nel corso degli anni, si è sottoposto a più di mille ore di sessioni dal tatuatore. Il risultato? Il suo corpo è interamente coperto dall’inchiostro, dalla testa ai piedi.
I tatuaggi venivano praticati persino nel Medioevo e durante il Rinascimento, benché non avessero una fama propriamente favorevole. A testimoniarlo è un dipinto del 1503, intitolato “Giardino delle delizie”. L’opera, realizzata da Bosch, raffigura una donna confinata all’inferno con una rana tatuata sul petto. Una scelta tutt’altro che casuale: questo animale rappresentava il demonio e la lussuria.
Quante persone hanno almeno un tatuaggio? Secondo i dati raccolti dalla Società Europea di Dermatologia e Venereologia, nel Vecchio Mondo sono il 15% degli adulti e il 30% dei giovani. Negli USA, invece, la percentuale cresce. Infatti, 4 adulti su 10 sono tatuati.
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Infine, l’ultima chicca che vi proponiamo riguarda la persona con il tatutaggio più antico di cui abbiamo testimonianza. Si tratta della mummia Oetzi, un uomo vissuto durante l’età del rame, approssimativamente tra il 3100 e il 3300 A.C. Le funzioni dei suoi tatuaggi, però, non sembrano decorative. Secondo gli scienziati, infatti, si tratterebbe di segni prodotti da particolari cure “mediche” a cui l’uomo si era sottoposto.
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