La percentuale di rimanere con il primo partner è sempre più inferiore man mano che passano gli anni
- Un nuovo studio sociologico evidenzia una tendenza crescente alla separazione tra le giovani coppie che decidono di convivere o sposarsi
- L’analisi, suddivisa in tre gruppi in base all’anno di nascita (1974-1979, 1980-1984 e 1985-1990), mostra che le coppie più giovani sono più propense a separarsi rapidamente rispetto alle generazioni precedenti
- La probabilità di rimanere con il primo partner convivente è del 50% per coloro nati negli anni Settanta, mentre scende notevolmente per le generazioni successive
- Tra il 25% e il 27% delle coppie nei gruppi più anziani si sono separate entro i primi due anni di convivenza, mentre per chi è nato tra il 1985 e il 1990 questa percentuale raggiunge il 43%
- Le nuove generazioni attribuiscono alla convivenza significati diversi rispetto alle generazioni precedenti, con motivazioni spesso legate a ragioni pratiche come l’uscita dalla famiglia d’origine e la condivisione delle spese
- Mentre le coppie degli anni Settanta consideravano la convivenza come un “matrimonio di prova”, le nuove generazioni spesso non riescono a mantenere l’unione nel lungo termine senza un progetto di vita condiviso
Questi matrimoni non s’hanno più da fare. O almeno è quanto emerge da un nuovo studio recente. Le coppie delle nuove generazioni che decidono di convivere o sposarsi mostrano infatti una tendenza più elevata alla separazione, secondo una ricerca sociologica. L’analisi di tre gruppi di individui suddivisi in base all’anno di nascita – ovvero 1974-1979, 1980-1984 e 1985-1990 – ha rivelato che le coppie più giovani sono più propense a separarsi rapidamente. Mentre la probabilità di permanere con il primo partner convivente per coloro i quali sono nati negli anni Settanta è del 50%, questa percentuale è notevolmente inferiore per le generazioni successive.
Tra il 25% e il 27% delle coppie nei due gruppi più anziani si sono separate entro i primi due anni di convivenza, mentre per chi è nato tra il 1985 e il 1990 questa percentuale raggiunge il 43%. Gli studiosi dell’University College di Londra e dell’Università di St Andrews in Scozia, che hanno condotto la ricerca, hanno esplorato il significato che i giovani attribuiscono alla scelta di convivere.
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I motivi che spingono alla convivenza non sono più così forti
Mentre le persone nate negli anni Settanta consideravano la convivenza come un passaggio intermedio o un “matrimonio di prova”, le nuove generazioni spesso optano per questa decisione per altri motivi. Abbiamo ad esempio ragioni pratiche, come l’uscita dalla famiglia d’origine, la comodità e la condivisione delle spese. Tuttavia, nel lungo termine, tali motivazioni non si rivelano sufficienti per mantenere un’unione che, al contrario, si può rafforzare solo quando esiste un progetto di vita condiviso.
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- https://www.focus.it/comportamento/psicologia/perche-le-coppie-piu-giovani-si-separano-di-piu-
- https://www.radiovalbelluna.it/2023/12/04/separazioni-piu-frequenti-tra-le-coppie-piu-giovani-unanalisi-sociologica-sulle-generazioni-degli-anni-70-e-80/
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