Dal punto di vista del benessere psicofisico, nel nostro Paese la situazione del mondo del lavoro è a dir poco drastica. Secondo le stime, infatti, metà dei lavoratori soffre di malessere come ansia e stress a causa della professione che svolge. Per questo, l’attenzione nei confronti della salute mentale e delle condizioni psicologiche dei dipendenti ha portato alcune aziende ad assumere una nuova figura: si chiama Chief Happiness Officer.
Come spiegato da Paola Baravalle, CHO e Marketing & Communication Evangelist, “la figura del Chief Happiness Officer non è una spalla su cui piangere o un confessore seriale, né uno special trainer che propina sessioni di yoga tutti i venerdì all’ora di pranzo. Il CHO è un manager che trasforma l’ambiente in cui si trova, alimentando il benessere suo e delle persone che con lui vivono ogni giorno. È un professionista che sa che la felicità non è solo un’emozione ma anche una competenza e che come tale si può apprendere ed allenare. Il CHO è la risposta evolutiva concreta al management giurassico“.
Come è facile intuire, questa figura è nata negli Stati Uniti e si sta progressivamente diffondendo in Italia, seppur con qualche difficoltà: “I CHO italiani, specie ancora rara (siamo 300 oggi in Italia) sfidano ogni giorno pregiudizi, convinzioni e luoghi comuni, ma hanno nella cassetta degli attrezzi evidenze, statistiche, studi e competenze capaci di scardinare tutte le posizioni preistoriche“.
Vi state chiedendo, nel dettaglio, quali siano gli ambiti di intervento del Chief Happiness Officer? Questa figura professionale pianifica la strategia di miglioramento più adatta per la specifica azienda in cui opera. Per farlo, trascorre un iniziale fase di osservazione del contesto lavorativo e delle dinamiche che regolano i rapporti tra i lavoratori.
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Non esiste, quindi, un modello prefigurato: si tratta di un piano di azione che viene plasmato sulle esigenze della realtà in cui ci si trova. Per questo, il Chief Happiness Officer potrà spaziare tra una serie di strumenti come percorsi di aggiornamento, organizzazione di gruppi di lavoro, tecniche per stimolare il team building e percorsi formativi.
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