Chi usa i social prima dei 14 anni prende voti più bassi a scuola

I risultati di uno studio tutto italiano

 

Un recente studio condotto dall’Università Bicocca di Milano, in collaborazione con Fondazione Cariplo, ha messo in luce l’impatto negativo che l’uso precoce dei social network ha sul rendimento scolastico e sul benessere generale dei giovani. Il progetto, denominato Eyes Up (EarlY Exposure to Screens and Unequal performance), si propone di analizzare come l’accesso anticipato ai dispositivi digitali possa influenzare negativamente l’apprendimento degli studenti.

I risultati preliminari, basati su questionari compilati da oltre 6.600 studenti lombardi delle scuole superiori, rivelano che l’uso dei social media in età precoce è correlato a un calo delle performance scolastiche. In particolare gli studenti che hanno creato il loro primo profilo social prima della quinta elementare hanno ottenuto, in media, voti più bassi di quasi un punto (0,9) all’esame di terza media rispetto a quelli che hanno iniziato a usare i social più tardi o che non li hanno usati affatto.

Il 30% apre i social in prima media

Il fenomeno è particolarmente allarmante in quanto circa il 30% degli studenti ha aperto il proprio primo profilo social in prima media, tra i 10 e gli 11 anni, mentre il 24,9% lo ha fatto in seconda media e il 17,2% in terza media, nonostante la legge italiana fissi l’età minima di 14 anni per l’accesso ai social network. Marco Gui, direttore del centro di ricerca Benessere digitale dell’Università Bicocca, sottolinea l’importanza di comprendere il tipo di attività che i giovani svolgono online.

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Egli spiega che non tutte le attività digitali sono negative, ma che l’uso passivo dei social, in particolare su piattaforme come TikTok, che promuovono un consumo compulsivo di contenuti brevi, può avere effetti dannosi sul benessere e il rendimento scolastico. Il progetto Eyes Up punta a fornire strumenti utili a insegnanti e genitori per aiutare gli adolescenti a sviluppare un uso più consapevole dei dispositivi digitali, evitando che i bambini più piccoli cadano negli stessi errori. Infatti i dati suggeriscono che il benessere e la soddisfazione degli adolescenti aumentano con attività come passare tempo di qualità con amici e famiglia, evidenziando l’importanza delle relazioni personali rispetto a quelle virtuali.

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