Una recente ricerca ha evidenziato che l’uso eccessivo dell’intelligenza artificiale, in particolare di ChatGPT, può avere effetti negativi sul rendimento scolastico degli studenti. Pubblicato sul Journal of Educational Technology in Higher Education, lo studio ha dimostrato che la dipendenza da questi strumenti può compromettere la memoria, aumentare la procrastinazione e portare a un calo nei risultati accademici.
Il team di ricerca, guidato dal professore Muhammad Abbas della FAST School of Management dell’Università Nazionale di Informatica e Scienze Emergenti di New York, ha monitorato 494 studenti per diverse settimane. Gli studenti sono stati divisi in due gruppi: uno utilizzava strumenti di intelligenza artificiale, come ChatGPT, mentre l’altro no. Al termine dello studio, sono stati analizzati i risultati accademici di entrambi i gruppi.
I risultati hanno mostrato che gli studenti sotto pressione e con carichi di lavoro più elevati tendono a fare un uso eccessivo di strumenti di intelligenza artificiale. Questi studenti hanno registrato un peggioramento dei voti rispetto a quelli che non utilizzavano tali strumenti. Al contrario gli studenti più consapevoli delle potenziali conseguenze negative dell’abuso di AI hanno mostrato una minore inclinazione a utilizzarla. Questa ricerca mette in luce un problema emergente: sebbene l’intelligenza artificiale possa essere un alleato prezioso nello studio, il suo utilizzo smodato può diventare dannoso.
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Gli studenti che fanno affidamento su ChatGPT per gestire il proprio lavoro accademico possono sviluppare una dipendenza che, a lungo termine, influisce negativamente sulla loro memoria e capacità di gestire lo stress. Il campanello d’allarme lanciato da questa ricerca sottolinea l’importanza di educare i giovani a un uso responsabile dell’intelligenza artificiale. È essenziale promuovere un approccio equilibrato, in cui gli strumenti tecnologici siano utilizzati come supporto e non come sostituto delle competenze cognitive umane.
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