Per quanto sia una sensazione decisamente spiacevole, si tratta di un meccanismo evolutivo che ha protetto la nostra specie dall’estinzione, e continua a farlo. Sì, avete indovinato: stiamo parlando del dolore. Lo avvertiamo praticamente in ogni parte del corpo, a causa della presenza di recettori del dolore – i cosiddetti nocicettori – dislocati sull’epidermide, nei muscoli e negli organi interni. C’è un organo, però, in cui questi recettori sono completamente assenti: il cervello.
Sappiamo cosa vi state chiedendo: se nel tessuto nervoso cerebrale non ci sono nocicettori, perché avvertiamo il mal di testa? In realtà, in questo caso non è il cervello a farci male. Infatti, la cefalea ha origine dall’attivazione di recettori del dolore dislocati in diverse zone circostanti, come i tessuti nervosi, i vasi sanguigni, le meningi e i muscoli. Un mal di testa particolarmente doloroso, poi, è generarato dalla sollecitazione dei nocicettori del nervo trigemino, un nervo craniale che trasmette gli stimoli sensoriali nella parte inferiore, media e superiore del volto.
Se vi state chiedendo quale sia la ragione biologica per cui nel nostro cervello i recettori del dolore sono totalmente assenti, sappiate che ad oggi non è stata formulata una spiegazione che sia in grado di illustrare in che modo questa caratteristica rappresenti un vantaggio per la sopravvivenza della specie.
Tuttavia, proprio perché questo organo non è in grado di provare dolore, in alcuni casi i chirurghi possono ricorrere a interventi al cervello su pazienti perfettamente svegli, senza che essi avvertano il minimo fastidio. Questa procedura, nota come awake surgery, è particolarmente utile in casi di tumori cerebrali e crisi epilettiche.
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Durante l’intervento, il paziente viene sollecitato a interagire così da monitorare l’attivazione di aree cerebrali fondamentali per la parola, la vista e via dicendo, evitando di lederle irrimediabilmente e garantendo la buona riuscita dell’operazione.
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