Nel 1991 nella cittadina di Goseck, in Germania, alcuni ispettori del governo tedesco impegnati a scattare fotografie aeree notarono qualcosa di strano. A terra sembrava esserci una gigantesca cresta circolare nascosta sotto un campo. La segnalazione fu fatta alle autorità preposte e furono avviate indagini esplorative e studi.
Gli archeologi impiegarono 12 anni per capire che la struttura era un antico osservatorio solare. Nelle vicinanze del sito furono trovati anche resti di fuochi rituali e ossa umane con segni di tagli. Il luogo non aveva quindi la sola funzione di osservare le stelle, ma anche di celebrare sacrifici umani.
La struttura risale al primo Neolitico (la datazione al radiocarbonio la colloca intorno al 4900 a.C.) ed è stata soprannominata la Stonehenge tedesca. Si trova alla stessa latitudine della struttura in Gran Bretagna, poco più di 1 minuto (circa 1000 m) di longitudine più a nord. Nello stesso periodo furono costruiti in molte parti d’Europa fossati circolari simili, in Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovenia, Croazia.
I cocci di ceramica rinvenuti nel sito di Goseck risalgono al 4700 a.C. circa. Per circa 200 anni, quindi, nell’area ci fu un insediamento poi abbandonato. Nulla si sa ancora della misteriosa popolazione che edificò la struttura. Alcuni studiosi sostengono che il cerchio, che presenta ingressi orientati ai solstizi, indicasse agli agricoltori quando fosse il momento di iniziare la semina primaverile.
La configurazione originale e le tracce del cerchio di Goseck rivelano che la struttura un tempo era costituita da due recinti di legno, un tumulo e quattro cerchi concentrici. Il sito aveva un diametro di circa 75 metri. Uno stretto fossato circondava il muro circolare di legno e tre porte, una rivolta a nord, una rivolta a sud-ovest e l’ultima rivolta a sud-est, erano equamente distanziate attorno al bordo esterno.
Stando al centro della struttura, durante il solstizio d’inverno, il 21 dicembre, una persona poteva vedere il sole sorgere dalla porta sud-est e tramontare attraverso la porta sud-ovest. Il terzo cancello del sito rimane un mistero e punta a nord, ma non del tutto, e potrebbe non avere a che fare con l’astronomia.
Curiosamente, a soli 25 chilometri dal sito, a Nebra, fu scoperto un disco di bronzo considerato la più antica rappresentazione concreta del cosmo. Il manufatto condivide una sorprendente somiglianza con il cerchio di Goseck. Uno degli aspetti più interessanti è il fatto che l’intervallo di circa 100 gradi tra le porte del solstizio corrisponde ad un angolo sul disco di Nebra.
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Il disco misura 32 centimetri di diametro, risale al 1600 a.C. ed è la più antica rappresentazione portatile del cosmo trovata fino ad oggi. Raffigura una falce di luna, un cerchio che probabilmente era il sole (o una luna piena) e un ammasso di sette stelle interpretato come la costellazione delle Pleiadi come appariva 3.600 anni fa (quasi 2.000 anni dopo il Circolo di Goseck). Sparse sull’oggetto ci sono altre stelle e tre archi, tutte evidenziati in foglia d’oro su uno sfondo blu-violetto.
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