“Centomila miliardi di poesie” è un libro di sole dieci pagine che nessuno potrà mai finire di leggere. Ideato da Raymond Queneau, romanziere, poeta, drammaturgo francese, cofondatore del gruppo letterario Oulipo ed esponente del surrealismo, fu pubblicato nel 1961.
Si tratta di un volume di poesia combinatoria, una forma letteraria in cui il testo può essere smontato e riassemblato a piacere del lettore, per avere una personale ed unica lettura.
Il libro è composto da 10 sonetti (due quartine e una terzina) scritti su fogli tagliati a strisce orizzontali: in ognuna c’è un verso che può essere scambiato con quello degli altri sonetti, per creare ogni volta un componimento sempre nuovo. La forma del sonetto è sempre rispettata, ma le possibilità di combinazione dei versi sono pressoché infinite, anche se ognuno mantiene sempre la sua posizione (ad esempio il primo verso è sempre il primo, il secondo sempre il secondo, e così via). Un sonetto è composto da 14 versi, ciascuno scelto tra 10 possibilità, ognuna con la stessa scansione e la stessa rima.
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Quando pubblicò il libro, Queneau scrisse nella prefazione: «Questo piccolo lavoro permette a ciascuno di comporre a piacimento centomila miliardi di sonetti, tutti regolari ovviamente. Dopotutto è una sorta di macchina per produrre poesie, ma in numero limitato; è vero che questo numero, benché limitato, permette di leggere per quasi duecento milioni di anni (leggendo ventiquattr’ore al giorno)».
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