Perché il nostro smartphone sembra sapere ciò che ci serve?
- Alzi la mano a chi non è mai capitato di parlare di un prodotto o di un servizio, per poi ritrovarselo tra le pubblicità sponsorizzate su siti web e social network
- Questo strano e inquietante fenomeno pone degli interrogativi sull’ascolto attivo da parte dei nostri cellulari
- In realtà, il nostro smartphone non ci spia
- Le offerte mirate sono frutto dell’analisi dei nostri comportamenti sul web
- Ecco come tutelare al meglio la nostra privacy
Secondo una credenza piuttosto diffusa, i nostri smartphone sono in grado di captare conversazioni e ricerche per offrirci ciò di cui abbiamo bisogno, inducendoci a fare acquisti. Negli ultimi tempi, infatti, è nato un acceso dibattito sulla privacy, che si interroga sull’ascolto attivo da parte dei nostri dispositivi digitali. Quanto c’è di vero in questa ipotesi?
Non si tratta certo di una stramba teoria campata per aria. Basti pensare che negli Stati Uniti è recentemente scoppiato il caso di Cox Media Group (CMG). Questa azienda è finita al centro della bufera per aver presentato ai suoi clienti delle soluzioni pubblicitarie volte a offrire annunci personalizzati basati sull’ascolto in tempo reale delle nostre conversazioni. L’aspetto più inquietante? Tra le compagnie che si avvalgono dei servizi dell’agenzia di marketing ci sono colossi dell’informatica del calibro di Google, Amazon e Facebook.
Quando navighi sul web, fai attenzione ai termini e alle condizioni dei siti
Nello specifico, CMG ha proposto ai propri clienti l’adozione di una speciale tecnologia basata sulla raccolta di dati vocali, esaminati da un software di intelligenza artificiale in grado di identificare bisogni e preferenze degli utenti, per poi proporre loro pubblicità mirate. La sponsorizzazione dell’offerta ha assunto contorni allarmanti.
Nelle presentazioni aziendali del servizio si leggono frasi come: “Immagina un mondo […] in cui nessun mormorio pre-acquisto rimane inascoltato e i sussurri dei consumatori diventano uno strumento per indirizzare, ritargettizzare e conquistare il tuo mercato locale“. I propositi dell’azienda sono stati denunciati da un’inchiesta della testata indipendente 404 Media e, a causa del polverone sollevatosi, l’agenzia di marketing è stata costretta a fare marcia indietro.
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Per quanto la prospettiva di essere spiati dal proprio smartphone non sia così assurda e remota, in realtà non è ancora realtà. Infatti, le pubblicità mirate sono frutto di sofisticati algoritmi che analizzano i nostri comportamenti online con il nostro consenso. Un modo indispensabile per proteggere la nostra privacy? Leggere attentamente le condizioni proposte da siti e app, prima di accettarle a cuor leggero.
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- https://www.focus.it/tecnologia/digital-life/il-tuo-smartphone-ti-spia-non-ascolta-le-tue-conversazioni-ma-conosce-i-tuoi-comportamenti-online
- https://lifehacker.com/what-people-are-getting-wrong-this-week-phone-surveill-1850658089
- https://medium.com/@agsous.w/is-your-phone-listening-to-you-the-truth-behind-targeted-ads-53b22d4b617a