Una delle domande esistenziali più ricorrenti a livello planetario è da sempre una: l’essere umano è davvero in grado di predire il futuro? La scienza ha finalmente tentato di rispondere a questo quesito. Stando ad una recente ricerca condotta dall’Università di Padova l’uomo avrebbe questa innata capacità fin dai primi mesi della sua esistenza.
Secondo questo studio, infatti, tale prerogativa sarebbe del tutto naturale come gran parte dei comportamenti che mettiamo in atto nella quotidianità. L’équipe di esperti nostrana ha dimostrato che quando l’essere umano osserva delle immagini, delle figure oppure ascolta accuratamente dei rumori e dei suoni, tende ad attivare una minima parte del suo sistema nervoso. Quest’ultima elaborerà solo dall’1 al 5% di ciò che sta percependo. La restante frazione ( circa il 95%), effettuerà invece delle revisioni e delle ipotesi su ciò che potrebbe accadere in un dato arco temporale.
Esattamente, però, qual è il periodo di vita entro il quale l’essere umano sviluppa questa particolare capacità? Gli esperti hanno preso in esame tre diverse tipologie di gruppi di individui di età differenti raggruppandoli in “adulti”, “bambini di nove mesi” e “neonati di tre mesi”.
Ai partecipanti è stato richiesto di osservare delle immagini (volti ed oggetti) intente a scorrere su di un monitor. Inoltre, hanno dovuto ascoltare vari suoni tra cui voci umane e rumori provenienti dall’ambiente circostante. Dai risultati ottenuti è trapelato che già i soggetti aventi quattro mesi di vita riuscivano a “prevedere” che di lì a poco si sarebbe palesata una persona in carne ed ossa dopo aver visionato ed udito la voce di un essere umano.
“Questa è la prima dimostrazione scientifica che i bambini molto piccoli possono prepararsi all’incontro di stimoli socialmente rilevanti (come nel caso dei volti) attivando i meccanismi neurali sottostanti che serviranno ad elaborare i volti ancora prima della loro effettiva presentazione”, ha affermato la professoressa Teresa Farroni del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova e principale supervisore del progetto di ricerca in questione.
“Questa competenza precoce costituisce un prerequisito fondamentale nello sviluppo dell’essere umano al fine di garantire fin da subito la possibilità di comunicare con altri consimili”, ha poi concluso la specialista.
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