Uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Groninga, nei Paesi Bassi, ha esplorato il collegamento tra cambiamenti nell’umore e il fenomeno del “mind wandering” o vagabondare della mente. Il mind wandering si verifica quando la mente si perde nei pensieri, spostandosi verso scenari tristi e pessimistici cosa che di fatto ci fa entrare in un loop negativo di cattivo umore. Qualcosa che, insomma, capita a tutti specialmente nelle giornate no.
Nello studio, sono stati coinvolti 82 studenti universitari. Di questi 42 mostravano una tendenza alla preoccupazione eccessiva e agli stati nevrotici, mentre 40 dimostravano un maggior equilibrio mentale. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi, uno sottoposto a un esperimento per indurre stati d’animo positivi e l’altro per indurre stati d’animo negativi.
Dopo un’attività noiosa che induceva il mind wandering, i partecipanti sono stati divisi ulteriormente in due sottogruppi. Al primo gruppo è stato chiesto di fantasticare su un’esperienza positiva per dieci minuti, mentre al secondo è stato chiesto di immaginarsi in un’attività molto stressante, come tenere un discorso davanti a un pubblico.
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I risultati hanno confermato che le persone più inclini alla preoccupazione mantengono più a lungo uno stato d’animo positivo dopo aver fantasticato su uno scenario positivo. Questo suggerisce che il mind wandering verso pensieri positivi può contribuire a migliorare l’umore a lungo termine. Quindi, quando ci si trova in un momento di cattivo umore, fermarsi, respirare e immaginare uno scenario positivo potrebbe essere un piccolo trucco per ripristinare il buonumore. Lo proverai anche tu?
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