Dal mangiarsi le unghie all’imprecare: cattive abitudini che sono in realtà buone

Non tutte le cattive abitudine vengono per nuocere

 

Le cattive abitudini possono essere dure a morire, ma potrebbero anche farvi bene. Volete qualche esempio? In primis un comportamento che fa rabbrividire i vostri sventurati compagni di tavolo: masticare con la bocca aperta. Ebbene, questo rende il cibo più gustoso. I ricercatori dell’Università di Oxford hanno scoperto infatti che spinge il cibo verso la parte posteriore della gola, rendendo più facile sentire gli aromi saporiti. Inoltre, rosicchiare rumorosamente aumenta il nostro piacere.

Vogliamo parlare poi di mangiarsi le unghie? Alcuni scienziati ritengono che questo tipo di mordicchiamento possa mantenere la salute. L’introduzione di nuovi batteri nel corpo potrebbe aiutare la risposta immunitaria a riconoscerli in futuro, come una vaccinazione. E avere sempre in bocca una gomma da masticare? Certo, la strigliata del dentista è assicurata, ma potrebbe valerne la pena. Secondo una ricerca, masticare una gomma è più efficace della caffeina per aiutare la concentrazione e la memoria. Aumenta infatti i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, che mantiene la concentrazione più a lungo.

Disordinati, ritardatari, dormiglioni e pettegoli

Non mettere in ordine è poi segno di intelligenza, o almeno così sostiene uno studio dell’Università del Minnesota. Le persone più intelligenti non perderebbero tempo a riordinare o organizzare le cose, oltre al fatto che il disordine caotico aumenta anche la creatività. Chi invece non ha un amico che arriva sempre in ritardo? Bene, sappiate che è il più felice. È infatti probabile che chi ha un approccio rilassato al rispetto dell’orario abbia livelli di stress più bassi. Sempre in tema di orario, dormire fino a tardi non è affatto un difetto, ma anzi riduce lo stress e potenzia il cervello e la memoria.

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E infine abbiamo due comportamenti che tutti prima o poi abbiamo adottato. Il primo è lo “sport” preferito di tanti: spettegolare. Ebbene, può aiutare a creare legami e a far ridere, rilasciando così gli ormoni del benessere. Tutto ciò aiuta a ridurre lo stress e l’ansia. E infine chi non ha mai detto qualche parolaccia, soprattutto dopo aver sbattuto il famoso mignolino contro uno spigolo? Farlo allevia il dolore, aumentandone la tolleranza del 33%. Pronunciare una parolaccia quando ci si fa male può insomma funzionare come antidolorifico. A scoprirlo è stata l’Università di Keele che ha notato come i partecipanti a uno studio riuscivano a sopportare il dolore più a lungo se si lasciavano andare a imprecazioni.

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