Un’antica cassa di legno chiusa con catene è stata trovata da un contadino che arava la terra a Mästermyr, sull’isola di Gotland, in Svezia. Poiché il reperto sembrava molto antico, l’uomo ha deciso di non toccarlo e di avvisare le autorità.
Gli esperti hanno rilevato che il manufatto, in ottimo stato di conservazione, è stato datato tra il 793 e il 1066, ed è un ritrovamento unico nel suo genere. All’epoca il terreno dove il contadino ha fatto la scoperta era il fondale di un lago, successivamente prosciugato. È possibile che il proprietario della cassa stesse navigando su una barca quando la cassa è caduta sul fondo, oppure l’imbarcazione stessa si sia rovesciata.
Ma cosa conteneva il forziere chiuso con le catene? Non un tesoro in monete e oggetti preziosi, bensì strumenti di lavoro dell’epoca. La cassa apparteneva ad un falegname o ad un fabbro che avevano riposto nel contenitore circa 200 attrezzi, tra cui martelli di diverse grandezze, seghe, pinze, chiavi, asce, spatole, pietre per affilare, e diversi tipi di serrature. Nel terreno attorno alla cassa gli scavi hanno riportato alla luce anche un calderone e una specie di griglia che serviva per riscaldare il metallo. Si tratta del più grande ritrovamento di strumenti vichinghi mai avvenuto.
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Si ritiene che la cassa appartenesse ad un falegname che girava per i villaggi aggiustando lucchetti e serrature e facendo piccoli lavori nelle case. Alcuni degli strumenti hanno una fattura romana, segno che i popoli del nord assimilarono in parte usi e tecniche del popolo nemico.
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