Il capo troppo premuroso

“sono Chiara e mi sono trovata in una situazione scomoda che sinceramente non credevo potesse mai verificarsi. Io sono una persona molto timida solitamente, sono una che raramente riesce a dire le cose per come si vuole che siano, preferisco subire le dinamiche e le situazioni avverse senza fare nulla per cambiare le cose piuttosto che fare effettivamente qualcosa per evitare che una cosa che mi dia fastidio si ripeta. Ecco, ho provato a comportarmi in maniera diversa, con il mio capo del lavoro. Noi lavoriamo a distanza e già questa cosa mi ha aiutato molto, perché non so se dal vivo sarei riuscita a rivolgergli la parola, soprattutto se i suoi atteggiamenti si fossero risolti dal vivo alla stessa maniera di come ha fatto solo via messaggi. Lui si chiama Massimo, soprannominato Max da se stesso, ed è uno sicuramente molto affettuoso che cerca di fare qualcosa di positivo, ma io mi sentivo a disagio e ho deciso, dopo aver fatto leggere a una mia amica cosa mi dice, di prendere il coraggio a due mani e parlargliene perché non penso che sia il modo corretto di comportarsi. Non avete idea di quello che è successo dopo.”

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La nostra fan, Chiara, ha voluto condividere una vicenda personale che l’ha messa fortemente a disagio e che rappresenta, per lei, un momento di svolta. Si descrive come una persona timida, una di quelle che di solito preferiscono rimanere in silenzio piuttosto che affrontare apertamente situazioni che creano fastidio o imbarazzo. Ma, questa volta, ha deciso di provare a cambiare approccio, trovandosi coinvolta in un contesto lavorativo che l’ha spinta a uscire dalla sua zona di comfort.

Chiara lavora a distanza, e questo aspetto le ha dato una certa sicurezza, permettendole di mantenere le interazioni a un livello meno diretto. Il problema è sorto nel rapporto con il suo capo, Massimo – o “Max”, come ama farsi chiamare. Lui si è sempre mostrato molto affettuoso e amichevole nei messaggi, ma con il tempo ha iniziato a usare toni e modi che, a Chiara, hanno cominciato a suonare fuori luogo.

Inizialmente ha pensato che si trattasse solo del suo modo di comunicare, ma il disagio che avvertiva non accennava a diminuire. Dopo aver condiviso alcuni messaggi con un’amica per avere un’opinione esterna, Chiara ha deciso di affrontare la questione. Ha preso coraggio e, nonostante la sua timidezza, ha deciso di parlargli, cercando di far valere il proprio diritto a un ambiente lavorativo rispettoso e sereno.

Quello che è successo dopo, come lascia intendere nella sua testimonianza, ha avuto conseguenze imprevedibili. Non specifica nel dettaglio come si sia evoluta la situazione, ma il tono suggerisce un’escalation, forse inattesa, che l’ha colpita profondamente.

Chiara ha deciso di condividere la sua esperienza per raccontare non solo il disagio vissuto, ma anche il coraggio che ha trovato nel provare a cambiare qualcosa, in un momento in cui avrebbe potuto continuare a restare in silenzio. Una storia che parla di confini, rispetto e della fatica – ma anche della forza – che si nasconde dietro ogni gesto di autodifesa, soprattutto quando si è abituati a non alzare mai la voce.

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