Il grande e misterioso Buco Blu nell’Oceano: ecco cosa c’è dentro

Gli abissi della grande dolina, in un atollo dello Yucatan, sono stati recentemente studiati rivelando un ambiente marino affascinante

 

Si dice che sappiamo molte più cose di Marte che dei fondali oceanici. E in effetti i mari di tutto il mondo periodicamente regalano nuove e meravigliose scoperte. Una delle ultime è inerente il grande Buco Blu che si trova nella baia di Chetumal, nel lato sud orientale dello Yucatan, in Messico.

Una dolina calcarea

“The Great Blue Hole” è profondo 274 metri, ha un diametro di 300 metri ed è il secondo più grande al mondo dopo Dragon Hole nel Mar Cinese Meridionale. È una grande dolina carsica che si trova al centro dell’atollo di Lighthouse Reef. Fu scoperto nel 1971 da Jacques-Yves Cousteau, che lo definì uno dei siti di immersione più interessanti al mondo.

Secondo gli storici la grotta calcarea si è formata durante l’ultima Era Glaciale, quando il livello del mare era molto più basso. Con lo scioglimento delle acque la grotta si allagò e il tetto di calcare collassò, dando origine a questo enorme buco sommerso.

La grotta sottomarina è stata oggetto di recenti studi che ne hanno documentato le acque profonde. Sono state effettuate esplorazioni con sub, ecoscandagli, un sottomarino e analisi delle acque a diverse profondità.

Diversi ecosistemi marini

Lungo le pareti della dolina, nella parte più in alto, i ricercatori hanno trovato sporgenze rocciose ricoperte di sedimenti e biofilm, oltre ad uno strato viscido di batteri. Sono state trovate anche stalattiti come nelle grotte, alcune lunghe anche 12 metri. “Filamenti mucoidi” lunghi un metro galleggiavano liberamente nell’acqua e piccoli vermi coprivano il calcare. Sul fondo sono state trovate acque leggermente acide e completamente prive di ossigeno. I tali ambienti possono sopravvivere solo alcuni microbi particolarmente adatti a vivere senza ossigeno. Sul fondo ci sono anche numerosi resti di animali marini morti, come conchiglie e molluschi che si sono spinti troppo vicino al bordo della dolina e sono precipitati in basso fino alle acque inadatte alla vita.

Studiare e comprendere gli organismi a basso contenuto di ossigeno potrebbe aiutarci a capire meglio come la vita oceanica si adatterà ai cambiamenti climatici.

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Gli autori dello studio suggeriscono alle autorità messicane di applicare normative che preservino la dolina, attualmente incontaminata, da un possibile sfruttamento turistico che ne metterebbe a rischio l’ecosistema.

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