Fonte: Pixabay
Una bottiglia di vino di circa 1700 anni fa divide il mondo scientifico. La bottiglia di Spira fu trovata nel 1857 in una tomba romana in Germania. Il reperto, sigillato con cera e contenente un liquido bianco, è conservato al Museo storico del Palatino (Pfalz). Se il vino invecchiato migliora il suo sapore con il passare del tempo, non altrettanto può dirsi del contenuto della bottiglia romana che è stato datato tra il 325 e il 350 d.C.
La bottiglia con il vino più vecchio al mondo fu ritrovata in una tomba in cui erano sepolti un uomo e una donna e faceva parte delle 16 ritrovate tra gli oggetti del corredo funebre. Tra tutte, solo una aveva ancora al suo interno il liquido. Analizzata da un chimico durante la Prima Guerra Mondiale, la bottiglia non è però stata mai aperta. Il tappo sigillato con cera e un sottile strato di olio d’oliva all’interno hanno impedito l’evaporazione, mantenendo liquido il vino a distanza di quasi 1700 anni dalla produzione. Il recipiente di vetro è da un litro e mezzo e ha due manici ai lati a forma di delfino.
Tuttavia, di recente, si è aperto un nuovo dibattito sull’apertura della bottiglia per avviare uno studio più dettagliato del contenuto. Secondo Ludger Tekampe, curatore del Museo, non è dato sapere come reagirebbe il vino a contatto con l’aria, con il rischio che potrebbe essere gravemente danneggiato. «Personalmente ho tenuto la bottiglia in mano due volte durante i lavori di ristrutturazione. È stata una sensazione straordinaria» ha affermato.
Per l’esperta Monika Christmann il vino «probabilmente dal punto di vista microbiologico non è rovinato, ma non sarebbe di certo una gioia per il palato». Il Palatinato è una delle regioni vinicole più importanti della Germania e il vino che il nobile romano aveva con sé nella tomba era quasi sicuramente prodotto nelle vicinanze.
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In un post pubblicato dal museo nel 2022 si afferma che la bottiglia contiene in parte un liquido limpido e in parte una miscela solida e resinosa. «Le analisi hanno dimostrato che il contenuto doveva essere effettivamente, almeno in parte, vino». Ma che sapore avrebbe oggi, a distanza di quasi due millenni? Il museo sostiene che «la degustazione sarebbe paragonabile a quella di una gomma da masticare insapore».
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