Era a oltre 1.100 metri di profondità
- Una spedizione nella Fossa delle Marianne ha rivelato la presenza di rifiuti nel punto più profondo della Terra, a oltre 11.000 metri di profondità
- L’oceanografa Dawn Wright ha trovato una bottiglia di birra vuota nel Challenger Deep e ha condiviso l’immagine per sensibilizzare sull’inquinamento marino
- Il ritrovamento conferma che l’inquinamento umano ha raggiunto anche gli angoli più remoti del pianeta, come già avvenuto sul Monte Everest
- La scoperta ha acceso il dibattito sulla necessità di adottare misure più efficaci per proteggere gli oceani e contrastare l’accumulo di rifiuti
- La presenza di spazzatura a tali profondità dimostra che l’impatto dell’uomo è ovunque, anche nei luoghi mai abitati
Il fondo degli oceani, spesso considerato un luogo incontaminato e immune dall’influenza umana, si è rivelato tutt’altro che intatto. Un’esplorazione della Fossa delle Marianne ha portato alla luce una scoperta sconvolgente: una bottiglia di birra vuota è stata rinvenuta nel Challenger Deep, il punto più profondo della Terra, a oltre 11.000 metri sotto il livello del mare.
La scoperta è stata fatta dalla dottoressa Dawn Wright, oceanografa che nel 2022 ha condotto una missione esplorativa negli abissi marini. Dopo aver toccato il fondo dell’oceano, la scienziata ha fotografato il rifiuto e ha condiviso l’immagine sui social per lanciare un messaggio di allarme sull’inquinamento marino. Il fatto che l’etichetta della bottiglia fosse ancora leggibile dimostra quanto i rifiuti possano persistere intatti anche negli ambienti più ostili.
L’enorme impatto dell’uomo sull’ecosistema marino
Questo episodio ha sollevato un acceso dibattito sull’impatto dell’uomo sull’ecosistema marino. Se anche gli abissi oceanici non sono immuni dalla presenza di rifiuti, significa che l’inquinamento ha raggiunto ogni angolo del pianeta. Non è la prima volta che vengono trovate tracce umane in luoghi estremi: il Monte Everest, ad esempio, è stato soprannominato “la discarica più alta del mondo” per la quantità di spazzatura lasciata dagli alpinisti. Il ritrovamento ha riacceso i riflettori sulla necessità di adottare politiche ambientali più efficaci per proteggere gli oceani.
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La presenza di rifiuti a oltre 6,7 miglia di profondità dimostra che nessun luogo è al sicuro dalle conseguenze delle attività umane. Come ha sottolineato la dottoressa Wright, la bottiglia rappresenta una prova concreta dell’impatto negativo dell’uomo sulla natura, anche in aree che non sono mai state abitate. La scoperta spinge a una riflessione urgente sulla gestione dei rifiuti e sull’importanza di strategie globali per ridurre l’inquinamento. Il fatto che una semplice bottiglia possa arrivare fino agli abissi oceanici sottolinea quanto sia necessario un cambiamento nelle abitudini umane e nelle politiche ambientali per preservare il pianeta per le generazioni future.
What did we see upon 1st touching bottom, at 10,900+m depth w/in #ChallengerDeep? A BEER BOTTLE! 😫 Further evidence that we MUST as humanity do BETTER by the ocean and for the health of habitats that we ourselves share & ultimately depend on!!! #ThereIsNoPlanetB #DeeperSeaDawn pic.twitter.com/cDs3LhpPwn
— Dr. Dawn Wright + @deepseadawn.bsky.social 🇺🇦 (@deepseadawn) July 26, 2022

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- https://www.meteogiornale.it/2024/02/magazine/una-birra-nelle-profondita-oceaniche-lincredibile-impatto-umano-in-ogni-luogo-del-pianeta/
- https://www.scienzenotizie.it/2024/02/16/linfluenza-delluomo-negli-abissi-marini-0080304
- https://tuttonotizie.eu/2024/02/14/fossa-delle-marianne-si-immergono-nel-punto-piu-profondo-della-terra-la-scoperta-degli-scienziati-e-inquietante/