La birra è a rischio: potrebbe avere un sapore peggiore e un prezzo sempre più alto

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La birra è a rischio: potrebbe avere un sapore peggiore e un prezzo sempre più alto

| 30/10/2023
Fonte: Pexels

L’allarme lanciato dagli studiosi

  • La produzione di birra è minacciata dai cambiamenti climatici, che hanno portato a una maturazione anticipata e a una resa ridotta del luppolo
  • Entro il 2050, la resa del luppolo potrebbe diminuire fino all’18% e il contenuto di acidi alfa responsabili dell’amarezza della birra potrebbe ridursi del 31%
  • La diminuzione della resa del luppolo compromette la capacità di soddisfare la domanda di birre artigianali e mette a rischio anche gli altri ingredienti come acqua, lievito, orzo
  • Possibili soluzioni potrebbero essere aumentare la superficie coltivata del luppolo aromatico o utilizzare sistemi di irrigazione artificiale, ma ciò potrebbe comportare un aumento del prezzo della birra
  • La situazione potrebbe essere ancora più grave in regioni produttrici di birra negli Stati Uniti, dove le ondate di calore eccezionali sono più frequenti

 

E se vi dicessimo che la birra è a rischio? Sappiamo quanto questo possa portarvi ad uno shock fisico ed emotivo, ma è così. La produzione di birra è infatti fortemente influenzata dai cambiamenti climatici. La siccità e le temperature elevate hanno infatti portato alla maturazione anticipata e alla resa ridotta del luppolo. Tutto ciò sta compromettendo la qualità della birra. L’allarme è stato lanciato anche da uno studio su Nature Communications che ha avvertito che entro il 2050 la resa del luppolo potrebbe diminuire fino all’18%. Allo stesso tempo il contenuto di acidi alfa, responsabili dell’amarezza della birra, potrebbe ridursi del 31%.

L’anticipo della crescita dei germogli per via delle temperature torride ha portato a raccolti precoci e questo ha compromesso la capacità di soddisfare la crescente domanda, specialmente nel mercato delle birre artigianali. A venire minacciata non è solo la birra, ma anche tutti gli ingredienti attraverso i quali la si produce come acqua, lievito, orzo e luppolo. In particolare la disponibilità di questi ultimi due potrebbe diminuire del 20% entro il 2050. Per snocciolare qualche numero, la resa del luppolo aromatico ha già mostrato una significativa diminuzione in molte regioni. La città di Celje in Slovenia ha infatti registrato il calo maggiore del 19,4%, mentre in Germania ci sono state riduzioni del 19,1% a Spalt, del 13,7% a Hallertau e del 9,5% a Tettnang.

Cosa si potrebbe fare?

Lo studio si è concentrato sui Paesi europei, ma gli stessi problemi potrebbero verificarsi in regioni produttrici di birra negli Stati Uniti, come nel Pacifico nord-occidentale. Anzi qui potrebbero essere ancora più amplificati visto che le ondate di calore eccezionali sono ancora più frequenti. E allora qual è la soluzione per continuare a gustarci della buona birra?

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Ad esempio un’idea potrebbe essere quella di aumentare la superficie coltivata del luppolo aromatico del 20%, imponendo nuove sfide ai coltivatori. Oppure ancora si potrebbero riorganizzare le piantagioni e usare sistemi di irrigazione artificiale. Attenzione però che tutte queste soluzioni potrebbero avere un grande inconveniente: l’aumento del prezzo della birra. Insomma, torneremmo sì ad avere birra ma potrebbe costare di più oltre che avere un sapore peggiore. Esiste uno scenario peggiore?

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