Bill Edgar, l’uomo che parla a nome dei defunti durante il funerale

L’uomo viene ingaggiato da persone in fin di vita per rivelare dopo la morte i loro segreti e le ultime volontà

 

Bill Edgar è soprannominato “Il Confessore dei defunti”, poiché svolge un lavoro molto particolare. Viene ingaggiato dalle persone in fin di vita affinché parli per loro dopo la morte. Il Confessore raccoglie le confidenze dei clienti che dovrà riportare pubblicamente il giorno del loro funerale, per far conoscere ad esempio le loro volontà o rivelare segreti che si sono portati dietro in vita.

Com’è nato il lavoro

Edgar è un investigatore privato che ha cambiato professione dopo aver lavorato per un malato terminale. «Ci trovammo a parlare della morte e mi disse che gli sarebbe piaciuto fare un discorso al suo funerale. Gli proposi di farlo per lui» ha raccontato l’uomo in un’intervista. In quella circostanza il cliente gli chiese di interrompere il discorso commemorativo che il suo migliore amico avrebbe fatto al suo funerale. «Ero seduto tra i presenti, e quando ha cominciato a parlare mi sono alzato chiedendogli di stare zitto. L’uomo aveva cercato di avere una relazione con la moglie del defunto. Ho anche chiesto a tre persone presenti di lasciare la cerimonia funebre, altrimenti sarei stato costretto ad accompagnarle fuori». Il defunto non voleva queste persone al suo funerale e ha espresso che la cerimonia si svolgesse secondo le sue volontà.

Da allora Edgar è stato ingaggiato per 22 funerali, rivelando i segreti dei suoi clienti che pagano una tariffa di 10.000 dollari per il servizio. Quando si presenta alle cerimonie funebri, tra i presenti si genera un senso di aspettativa per le parole che andrà a pronunciare.

Le reazioni dei presenti al funerale

«Tra le cose più difficili che ho dovuto dire ad un funerale è stata quella che il defunto era gay e che il suo amante era tra i presenti. Molti sono rimasti sorpresi, altri invece erano già a conoscenza della situazione» ha aggiunto.

Per tutelarsi legalmente sulle affermazioni, Edgar registra le confessioni dei clienti e fa firmare loro un consenso informato. «Le autorizzazioni firmate mi servono soprattutto quando mi viene chiesto di entrare in qualche locale e di sbarazzarmi di oggetti che il defunto non vuole far trovare ai familiari». I suoi discorsi durante il funerale suscitano reazioni contrastanti. Alcuni restano sorpresi, altri indignati, altri ancora invece sono ben disposti ad ascoltare le ultime volontà del caro estinto.

Il parere di una psicologa

Il lavoro di Edgar ha attirato in poco tempo l’attenzione dei media che hanno dedicato all’uomo numerose interviste sulla stampa e in programmi tv. Recentemente il Confessore dei defunti ha anche firmato un accordo per trasformare la sua storia in un film o una serie tv.

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La psicologa Shona Innes ha affermato che per una persona in fin di vita sarebbe meglio risolvere i propri problemi prima di morire, anziché affidare a qualcuno esterno il compito di fare rivelazioni pesanti che poi ricadono sui familiari. «Pagare uno sconosciuto affinché “sganci una bomba” dalla tomba e poi lasciare che sia la famiglia in lutto a doverla affrontare potrebbe essere molto pericoloso. Il lutto è già abbastanza pesante e doloroso, ma qualcosa del genere può complicare ulteriormente il processo di elaborazione per familiari e amici».

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