I gatti si affidano all’odore come mezzo principale di comunicazione per marcare il loro territorio, definire i confini e interagire con i loro simili e con gli esseri umani nelle vicinanze. La produzione di questi odori, elemento chiave nella vita sociale dei gatti, potrebbe coinvolgere i batteri, secondo uno studio condotto dalla University of California, Davis, pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Il team di ricercatori ha coinvolto 23 gatti domestici sterilizzati o castrati, con età compresa tra i 2 e i 14 anni, di cui il 40% era in sovrappeso. Analizzando le secrezioni delle ghiandole anali di questi gatti attraverso tecniche come il sequenziamento del DNA, la spettrometria di massa e la coltura microbica, i ricercatori hanno identificato una correlazione tra molecole odoranti e alcuni batteri presenti, tra cui quelli dei generi Corynebacterium, Bacteroides, Proteus, Lactobacillus e Streptococcus.
I risultati dello studio hanno rivelato che questi batteri potrebbero essere coinvolti nella produzione di composti organici volatili utilizzati dai gatti per comunicare. La composizione microbiotica delle ghiandole anali variava da gatto a gatto, suggerendo che fattori come l’alimentazione e lo stile di vita potrebbero influenzare il microbioma di queste ghiandole. Differenze significative sono state osservate tra gatti che vivono esclusivamente in casa e quelli che hanno accesso a zone esterne.
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Le analisi genetiche indicano che i batteri presenti nelle ghiandole anali potrebbero essere più cruciali per la comunicazione tra i gatti rispetto al semplice miagolare. Saranno comunque necessari ulteriori studi per esplorare ulteriormente questo campo, coinvolgendo un numero più ampio di gatti al fine di confermare o respingere le ipotesi formulate dai ricercatori.
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