Azienda filma i dipendenti in bagno e pubblica i trasgressori sul “muro della vergogna”: è polemica

Si volevano scoraggiare i comportamenti improduttivi

 

Una controversa pratica aziendale ha scatenato un acceso dibattito in Cina: una società tecnologica con sede a Shenzhen ha installato telecamere nei bagni aziendali per monitorare i dipendenti e pubblicare le immagini di coloro che trascorrevano troppo tempo in pausa su un cosiddetto “muro della vergogna”. L’azienda, Lixun Electro-Acoustic Technology Company, ha dichiarato che il suo obiettivo era scoraggiare perdite di tempo e comportamenti scorretti, come fumare o giocare ai videogiochi durante l’orario lavorativo.

Secondo le informazioni diffuse dai media locali, le telecamere erano state posizionate in modo da catturare chiunque restasse nel bagno oltre un certo limite di tempo. Le immagini venivano poi pubblicate in spazi visibili a tutti, come deterrente per altri dipendenti. L’azienda ha difeso la sua decisione affermando che alcuni lavoratori approfittavano delle pause per svolgere attività non legate al lavoro, causando disagi al resto del personale. Tuttavia la notizia ha generato una forte indignazione, con molti utenti dei social media cinesi che hanno condannato l’iniziativa come un’inaccettabile violazione della privacy.

In passato ci sono stati casi simili

Le critiche si sono concentrate sulla legalità di una simile sorveglianza, con esperti che hanno evidenziato possibili violazioni dei diritti dei lavoratori. Anche se l’azienda ha cercato di minimizzare la questione, il dibattito sulla crescente invasione della privacy nei luoghi di lavoro in Cina ha assunto un nuovo livello di urgenza. In passato altri casi simili sono stati segnalati, come quello di una società di Xiamen che aveva implementato sistemi di sorveglianza nei bagni per scoraggiare pause prolungate.

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L’uso di misure così estreme per controllare la produttività ha sollevato interrogativi sull’equilibrio tra efficienza aziendale e rispetto dei diritti individuali. In molte aziende vengono già adottati strumenti per monitorare le pause, come timer nei bagni o limiti alle uscite, ma l’uso di telecamere è stato considerato un passo eccessivo. Mentre la polemica continua a crescere, il caso della Lixun Electro-Acoustic mette in evidenza un problema più ampio: il controllo sempre più invasivo sui dipendenti, spesso a scapito della loro dignità e libertà personale.

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