Caryn Marjorie, influencer di 23 anni con oltre 1,8 milioni di follower su Snapchat, è finita sotto i riflettori per aver creato un avatar virtuale chiamato “CarynAI” in grado di interagire con i suoi fan. L’idea di offrire un’esperienza digitale basata su intelligenza artificiale ha avuto un grande successo, con utenti disposti a pagare un dollaro al minuto per interagire con il suo alter ego virtuale. Tuttavia, quello che inizialmente sembrava un’innovazione intrigante si è trasformato rapidamente in qualcosa di più inquietante.
Caryn ha spiegato di aver impiegato più di 2.000 ore di lavoro per caricare la sua voce e la sua personalità nell’avatar, creando un modello digitale che si avvicina molto a lei stessa. L’obiettivo era offrire una connessione virtuale con i fan, ma ben presto CarynAI ha iniziato a ricevere richieste estreme e disturbanti. Secondo la stessa influencer, l’avatar ha cominciato a soddisfare fantasie oscure e inaccettabili, spesso ben oltre i limiti della decenza. Ciò che ha colpito maggiormente Caryn non sono state solo le richieste inappropriate degli utenti, ma le risposte del suo avatar, che ha assecondato anche i desideri più estremi. Alcune conversazioni sono diventate così inquietanti da lasciare l’influencer profondamente turbata.
Nonostante il lato oscuro di questo progetto, l’aspetto economico è impressionante. Caryn ha rivelato che ci sono utenti disposti a pagare fino a 2.888 dollari per interagire con il suo avatar virtuale durante un weekend. L’intelligenza artificiale generativa, in rapida espansione negli ultimi mesi, ha reso possibile la creazione di avatar umani digitali che offrono esperienze di interazione sempre più realistiche.
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App e piattaforme come App Store e Google Play offrono già numerosi esempi di partner virtuali, simili a esseri umani reali, pronti a interagire con gli utenti in qualsiasi momento. L’esperienza di Caryn Marjorie ha messo in evidenza anche i potenziali pericoli di queste nuove tecnologie. L’accesso sempre più facile ad avatar virtuali ha sollevato preoccupazioni per l’assenza di limiti e controlli su contenuti inappropriati. Il fenomeno, come segnalato da diverse fonti, rischia di diventare un problema serio per la sicurezza online.
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